La «perfezione cristiana» è riconoscersi bisognosi della compagnia di Dio
giovedì 8 dicembre 2022
Essere perfetti, in un’ottica cristiana, è cosa diversa dell’essere “perfettamente efficienti”. Per un credente, infatti, la perfezione sta piuttosto nel riconoscersi continuamente bisognosi del sostegno e della mano di Dio per compiere a pieno il progetto della propria esistenza nonostante le proprie inevitabili imperfezioni. È questo, d’altra parte, il senso della santità, quella “perfezione pubblicamente riconosciuta” che è un riflesso della vita divina di cui noi non possiamo che essere portatori e testimoni agli occhi del mondo. Di tutto questo è icona la solennità odierna, dedicata all’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria. Una ricorrenza con la quale la Chiesa ci ricorda che l’intera esistenza della Madre di Dio ha avuto il sapore della santità, cioè della decisa donazione di sé e della cristallina testimonianza dell’amore del Padre. Un percorso che ha avuto la sua completa espressione nel suo «sì» davanti all’annuncio dell’arcangelo Gabriele. I credenti hanno sempre “saputo” che Maria era una creatura pura e perfetta, immagine di un’umanità realizzata a pieno. I teologi cominciarono a riflettere su questa verità nel XIV secolo con Duns Scoto. Pio IX, infine, proclamò il dogma dell’Immacolata Concezione di Maria nel 1854. Altri santi. Sant’Eutichiano, papa (III sec.); san Natale Chabanel, martire (1613-1649). Letture. Romano. Gen 3,9-15.20; Sal 97; Ef 1,3-6.11-12; Lc 1,26-38. Ambrosiano. Gen 3,9a.11b-15.20; Sal 86 (87); Ef 1,3-6.11-12; Lc 1,26b-28. Bizantino. 1Tm 6,17-21; Lc 21,28-33.
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