sabato 17 dicembre 2016
Anche allora era il giorno tredici dicembre e sul calendario era scritto: festa di Santa Lucia. La nonna raccontava che la notte sarebbe passata questa giovane ragazza con il suo asino a portare i regali a chi li aveva meritati durante l'anno. Non c'era ancora nei paesi del Trentino l'allegro e grasso Babbo Natale, passava su un modesto asinello davanti alle finestre Santa Lucia a lasciare dolci e piccoli regali. «Ma lo hai messo il fieno per l'asino, nonna? E l'acqua se vuole bere? E il cestino per mettere i dolci?». Tutto era già preparato sul davanzale quando con l'angoscia in gola ancora chiedevo: “Nonna, ma l'asinello sa volare?”. Ma sì, stai tranquilla, domattina troverai i tuoi regali, ma ora devi andare a dormire. Santa Lucia non vuole farsi vedere, se qualcuno sta alla finestra non si ferma». Come mi piacerebbe vedere l'asino volare in mezzo al cielo pensavo, e poi scendere da me. Chissà come fa a tenere tanti dolci per tutti i bambini. Andai a letto con questo pensiero quando sul più bello della notte venni svegliata da una bufera di vento e corsi al davanzale. Il fieno, illuminato da un lampo, volava nell'aria e mi sembrò per l'emozione di aver visto i lunghi capelli di Santa Lucia ma ritornai di corsa nel mio letto con il cuore che batteva forte. A questo pensavo l'altro giorno nella piccola chiesa di via Monte Brianzo dedicata a questa giovane martire, venerata fino dai primi secoli del cristianesimo, protettrice di Siracusa. Non ci sono notizie sicure della sua vita, ma in questa città la giovane Lucia venne arrestata nell'anno 304 quando nell'impero romano la religione cristiana era perseguitata. Una leggenda racconta che le furono tolti gli occhi e per questo nei paesi scandinavi la rappresentano con una corona di sette candele quasi che con tale luce le fosse possibile vedere e distribuire dolci e regali nei giorni più bui dell'anno. Nella chiesa di Roma un grande quadro la ritrae come circondata dal vento che le scioglie il lembo di un velo sulle spalle mentre tra nuvole corrucciate appaiono piccoli angeli. Ma l'antico autore del quadro non ha voluto dimenticare il martirio della giovane Lucia e le ha messo ai piedi ancora un angelo che sembra restituirle su di un piccolo vassoio la vista che le avevano tolto. L'altare e tutta la chiesa era piena di fiori e coloro che cantavano accompagnati da un piccolo armonio, chiedevano dopo tanti secoli, a questa giovane martire le virtù del coraggio e una scintilla del suo amore per saper desiderare i beni eterni.
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