domenica 16 dicembre 2007
Multicul-turale, multire-ligiosa, multiraz-ziale, multietnica e multietica. È la lista degli aggettivi che, secondo il pensiero "laico", qualificano positivamente l'attuale società anche se la rendono multicaotica. A questo elenco, però, manca l'ulteriore specifica-zione, che vedremo più avanti con l'aiuto del pensiero "laico". "Tre teste pensanti", come le definisce Repubblica (martedì 11), vale a dire Paolo Flores d'Arcais, Gianni Vattimo e l'ateologo francese Michel Onfray, hanno discusso sull'esistenza o la non esistenza di Dio (ma come possono, se non lo conoscono?) e, insieme, hanno messo su un libro che una quarta testa, Umberto Galimberti, ha recensito. Le argomentazioni su Dio e la religione sono le solite, ma nel libro c'è un aspetto nuovo: l'ammissione di Vattimo che «non si dà una sola Ragione con la maiuscola, ma tante "ragioni" quante sono le culture all'interno delle quali una certa "ragione" si è costituita, garantendo a quella cultura la propria sopravvivenza». Perciò non bisogna «assolutizzare la ragione» come fa la «ragione illuminista, che assolutizza se stessa» (anche questa, detta da parte "laica", è una novità). Onfray ripete e conferma: «Non si dà una sola ragione, che porta, per sua natura, direttamente all'ateismo, ma tante "ragioni" attive nel disordine della nostra tradizione filosofica occidentale». Ecco, dunque, che gli stessi "laici", laicamente adoratori della Dea Ragione, diventano politeisti e definiscono il nostro Occidente anche multirazionale. Senza accorgersi, però, che in questo modo, come il pluralismo dell'etica sta facendo morire l'etica, così la multirazionalità sta uccidendo anche la ragione, che non sopporta duplicati.

SOCIALPAGANESIMO
Su Il Riformista (martedì 11), Gaetano Pecora, che insegna Dottrina dello Stato alla Luiss, recensisce un libro di un collega di Facoltà: Luciano Pellicani, testa pensante socialista. La «libertà di coscienza» del "laico", scrive, è «il diritto di professare una verità qualunque e dunque anche di non professarne alcuna». Invece «per il cattolico è il diritto di non essere distolti con la forza dalla ricerca dell'unica verità, che però è già lì, precostituita e che solo attende di essere scoperta». Dunque, mentre per i cristiani «il valore dei valori» da scoprire è Dio, ovvero la verità che rende liberi, i "laici" si accontentano di «una verità qualunque», anche di «nessuna». Per loro il supervalore è «l'eresia», che diventa «la molla più potente per innalzare gli uomini alle altezze della propria condizione». Questione, allora, solo di "altezze". Ai laici ne basta una piuttosto bassa. Il titolo del libro, infatti, è "Le radici pagane dell'Europa".

MADRE VENDETTA
Su Liberazione un lettore contesta (mercoledì 12) la perenne conflittualità femminista tra maschio e femmina: «Io amo la mia famiglia. La liberazione passa per la lotta che unifica». La risposta, però, la ribadisce: la famiglia «è un'istituzione nata sotto il segno della guerra più antica del mondo, quella che inspiegabilmente l'uomo figlio ha fatto al corpo da cui è nato». Domanda: per il quotidiano del Prc l'aborto è una vendetta?
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