giovedì 2 novembre 2023
Pur essendoci vari approcci e fondamenti in bioetica, sul principio “giustizia” vi è una generale convergenza come uno dei principi cardine della disciplina. D’altra parte, la giustizia ha sempre rappresentato un concetto e una virtù basilari in tutta la tradizione dell’etica filosofica e teologica. La giustizia è un principio sociale, che riguarda i nostri rapporti con gli altri e la responsabilità per la gestione dei beni coinvolti. S. Tommaso afferma che «la giustizia è la virtù per la quale con costante e perpetua volontà si attribuisce a ciascuno il suo». Così si ricorda il rapporto con gli altri, riconosciuti nella loro dignità e bilanciamento di diritti e doveri, nell’interazione tra il bene comune e il bene personale particolare. Nella tradizione aristotelica si distingue tra giustizia “commutativa”, che riguarda i vari soggetti che fanno parte del tessuto sociale; e giustizia “distributiva”, che riguarda la distribuzione di beni e oneri, vantaggi e svantaggi nel rapporto tra le istituzioni e i singoli componenti della società; nella ricerca del bene comune. Anche la medicina si colloca dentro la società, con l’istanza di utilizzare bene, “correttamente”, le risorse disponibili per la salute delle persone, riconoscendo i bisogni di ciascuno e definendo le priorità delle prestazioni da fornire. Il principio di giustizia nell’ambito sanitario dovrebbe guidare le scelte politiche, l’impianto organizzativo, le risposte alle necessità concrete delle persone. Si può quindi affermare: «Agisci in maniera tale che nell’erogazione delle risorse sanitarie vantaggi e oneri siano distribuiti equamente e cioè senza fare differenze, salvo a dimostrare che le differenze introdotte siano richieste e giustificate a vantaggio dei “soggetti più deboli... Il principio di giustizia interpella la professione medica a rinnovare il patto con la società in maniera tale che, da una parte, la società venga garantita dalla responsabilità che la professione si assume di impiegare le risorse nella maniera più appropriata possibile e, dall’altra, la professione medica venga a sua volta garantita che le politiche di controllo dei costi siano in armonia con l’intrinseca destinazione della pratica clinica» (C. Viafora). Realizzare la giustizia in riferimento alla salute dei cittadini chiede un coinvolgimento di tutti coloro che hanno competenze e responsabilità nella gestione delle risorse economiche e umane, che non sono illimitate, e quindi sono necessari criteri precisi e concordati per la loro allocazione. Il ruolo della politica, i valori e le competenze di medici e infermieri, le capacità manageriali e gestionali degli amministratori, la partecipazione più attiva dei cittadini, del volontariato, delle associazioni dei pazienti, possono contribuire a realizzare il principio giustizia in sanità. E la bioetica come approccio interdisciplinare è chiamata a offrire riflessioni e criteri operativi per la promozione della salute di tutti e garantire cure appropriate e sostenibili ai pazienti. Cancelliere Pontificia Accademia per la Vita © riproduzione riservata
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