venerdì 30 ottobre 2020
«Chi mangia sta di fronte al dizionario, nel parapiglia fino al ta-ta-ta». Chi mangia cioè che vive, il dizionario lo scibile, il parapiglia la vita, il ta-ta-ta gli ultimi battiti del cuore. È questa la sintesi del pensiero di un analfabeta che molto riflette e pensa, il ciabattino Bellarmino, amico e rivale di un altro artigiano Apollonio, che è quotidianamente a contatto con gli studenti della famosa università di Salamanca ai quali risuola le scarpe. Ho sentito citare questa sentenza senza saperne l'origine da Bilenchi, da Fortini e da altri di quella generazione, ed è nata lì la mia curiosità per l'autore di Bellarmino e Apollonio, il romanzo in cui Bellarmino, filosofo dilettante e analfabeta, concentra quel che ha capito della vita, il succo della sua filosofia. La letteratura spagnola non ha goduto nello scorso secolo e non mi pare goda neanche oggi in Italia, nonostante dei grandi come Bo, l'attenzione dei lettori, più attirati da quella delle Americhe anglofone e non da molto anche da quelle latine. Eppure, quante cose abbiamo avuto in comune con la Spagna e la sua cultura... pur continuando a considerarci noi migliori di loro! Imparai presto a leggere lo spagnolo e ad addentrarmi in quella letteratura, per capir meglio quel paese così vicino al nostro, e alcune opere ho contribuito a farle conoscere anch'io, con prefazioni non specialistiche perché, se gli accademici dormono, ci vuol pure qualcuno, meno preparato, che si azzardi a fare quel che non fanno! (Le cose sono andate meglio per le letteratura di lingua portoghese, grazie a Luciana Stegagno Picchio e a suoi allievi come Antonio Tabucchi o Rita Desti.) Uno scrittore spagnolo che ho molto amato è Ramón Pérez de Ayala (1880-1962) il cui capolavoro, Bellarmino e Apollonio, letto in una vecchia edizione della Slavia nei primi anni '20, riuscii a far ripubblicare negli anni '80 da Sansoni. Perché chi ha amato Don Chisciotte e il suo amico Sancho, vi ritrovava un'eco di quella genialità e di quell'humour nei due protagonisti, il primo il ciabattino filosofo che, da bravo analfabeta pensante (e anche oggi gli analfabeti pensano molto più dei professori). La disputa tra gli studenti, se c'è un metodo in quel buffo filosofare e battezzar concetti, finirà con la piena vittoria di chi dice che sì, un metodo c'è... Pérez de Ayala ha scritto anche altri capolavori dimenticati, come Giovanni Tigre, diviso in due parti: la vecchia storia di un un uomo d'età innamorato e geloso della ragazza povera e senza nessuno che ha tirato su, e il ragionamento che fa per arrivare alla giusta conclusione, e per vincere il suo maschilismo. Altrove la disputa interna al romanzo è tra chi ha fede e chi non... Ma chi ti legge più, vecchio Ramón, scrittore ironico e profondo? Eppure, ancora e sempre, «chi mangia sta di fronte al dizionario, nel parapiglia fino al ta-ta-ta».
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