sabato 25 giugno 2016
Nella sala d'attesa di un ospedale la gente che aspetta il proprio turno è silenziosa o parla sottovoce. Forse è il timore di una risposta che non si vorrebbe sentire, forse è solo quella timidezza che ti ferma quando non sai come spiegherai il tuo male al medico che fra poco ti dirà: «Mi dica, cosa c'è che non va?». Per paura finisci con il raccontare la metà di quelli che consideri i tuoi mali. Infine te ne vai più serena perché ti hanno consigliato un paio di medicine che avevi già usato, visto che non hai confessato appieno i tuoi problemi.Vicino a me c'è una bambina di 5 anni con le calze e le scarpe color rosa e una maglietta dove il disegno di un pallone dai colori smaglianti sembra voler salire nel cielo, se un filo lungo non lo trattenesse sul tetto di una piccola casa. Il disegno fu l'inizio della nostra conversazione durante la lunga attesa. Cominciò subito lei: «Sulla mia casa c'è sempre il pallone e quando esco me lo prendo e lo porto con me. Ma tu come ti chiami, cosa fai qui, non hai bambini, perché tingi le unghie di rosso e hai il bastone?».Aspetto la visita del dottore come te, non ho più bambini perché sono diventati grandi, e porto il bastone perché ho paura di cadere. «Anche la mia nonna – risponde – ha il bastone però non cade, ci sono io che la tengo. Lei mi compra le magliette colorate e mi racconta le favole. Tu raccontami quella di Cappuccetto rosso». Scusa, ma non la ricordo. Se vuoi posso inventarne una, per esempio quella di una bambina come te che aveva i capelli rosa...E qui mi fermai perché mi sembrò di vedere la figura di quella piccola che giorni fa venne scoperta affogata in una piscina dopo essere stata tra le mani di un diavolo. Perché demoni sono questi uomini dei nostri giorni che fanno preda dei piccoli angeli quando camminano soli per le strade. Un male di questo secolo è la perdita dell'innocenza dei nostri bambini, che noi stessi siamo costretti a cancellare dalla loro anima affinché imparino a salvarsi dai lupi.«Allora, non finisce questa storia?», chiede la piccola delle calze rosa. «Non preoccuparti, anche lei aveva una nonna come la tua che le voleva tanto bene e le faceva guardare le povere aiuole della città come fossero prati fioriti, che le raccontava che il sole e il vento sono di tutti. Anche tu potrai vivere a lungo e ti sarà facile guardare al mondo con il tuo bel sorriso usando bontà e perdono verso chi ne avrà bisogno».
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