domenica 29 maggio 2016
«Queste cose appartengono alla sfera intima e personale degli individui. Pannella era una personalità complessa, anche spiritualmente». Ciò nonostante quasi tutti i quotidiani si sono (pre)occupati del "mistero" della conversione (si o no?) del leader radicale. La difesa della intimità del defunto («Resta un segreto») è dell'arcivescovo Vincenzo Paglia, amico del morente, che visitò poco prima del decesso. Nella lettera di Pannella al Papa un poscritto dice: «Ho preso in mano la croce che portava mons. Romero e non riesco a staccarmene». Monsignor Paglia, che ne è il "proprietario", dovette amichevolmente contendere con lui il possesso della croce pettorale. Il racconto è del principale quotidiano di Napoli, Il Mattino, che aggiunge: «Potrà bastare quel Rosario nella tasca della giacca dell'ultimo abito da lui indossato?». E Il Tempo scrive: «Ora Marco è lassù nel "regno dei cieli" che, se tradotto dall'aramaico in cui è stato detto, significa il mondo delle infinite possibilità». C'è stata anche, su Il Fatto, un'antologia dei grandi personaggi forse o di sicuro o per niente convertiti "in articulo mortis": Cavour, Gramsci, Malaparte, Saragat, Guttuso, Fallaci… Anche Indro Montanelli fu «sfiorato dal mistero della conversione». Restano per Pannella, tuttavia, i suoi clamorosi «funerali civili, laici, persino anticlericali» (Il Giornale), cui tutti i media hanno dato un tono e uno spazio in contrasto con una conversione. Qualcuno chiederà perché questo elenco delle incertezze che sembrano quasi un giudizio finale. C'è in esso, infatti, non una speranza, ma piuttosto un pettegolezzo o la voglia di uno scoop, una specie di indagine, di processo al defunto, di necroscopia. Chissà se qualcuno, a parte gli amici preti, ha pensato a una preghiera, almeno a un requiem aeternam? C'è ancora tempo nell'Anno della Misericordia.NON ERA UN INVIATOMa davvero Mussolini era un «inviato dalla Provvidenza», come avrebbe detto Pio XI? Questo sull'autorevole Corriere della Sera ha scritto (domenica 15) l'altrettanto autorevole Sergio Romano, scrittore, storico, ambasciatore a Londra, alla Nato e a Mosca, segretario al Quirinale con il presidente Saragat. Furono i fascisti che modificarono, per piaggeria verso il "Duce", un commento del Papa alla Conciliazione. Nell'allocuzione "Vogliamo anzitutto" all'Università Cattolica di Milano, il 13 febbraio del 1929, Pio XI disse: «E forse occorreva un uomo come quello che la Provvidenza ci ha fatto incontrare…». La differenza non è piccola e in diplomazia anche le virgole sono importanti.
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