martedì 24 aprile 2012
A Torino c'è una casa speciale. Si chiama casa Ugi. Vi alloggiano gratuitamente padri e madri che arrivano da lontano con un desiderio e una speranza nel cuore. Tornare a casa con un figlio o una figlia guariti dai medici del vicino ospedale Regina Margherita. Nella casa ci sono ventidue alloggi e una grande sala dove i bambini possono giocare, leggere, rincorrersi, rientrando dall'ospedale dopo essersi sottoposti a cure a volte faticose e pesanti. La casa è come se non avesse pareti. Al loro posto ci sono grandi vetrate che si affacciano sul Po, che scorre a pochi passi tra una strada alberata e la collina. Dalle vetrate entrano in abbondanza sole e luce. Quando la vita rischia di diventare buia, la luce ricorda che con il coraggio e la solidarietà anche le tenebre della mente e del cuore possono essere rischiarate. A casa Ugi la solidarietà la tocchi con mano, parlando con gli uomini e le donne che la frequentano per portare ai bambini e ai loro genitori la loro scienza e la loro umanità. Tra i volontari ci sono molte donne anziane. Non solo perché hanno più tempo da dedicare a chi si sente smarrito, ma perché quando si è percorso un lungo tratto di vita si è in grado di capire meglio chi ha cominciato da poco il suo cammino. A casa Ugi incroci storie e solitudini che un giorno dopo l'altro si trasformano in legami solidi, in affettuose complicità. Quasi sempre si tratta di persone giunte da diversi continenti che hanno solo una lingua in comune: quella dell'amore per i loro figli. Per intendersi sul resto, sono sufficienti i gesti, una stretta di mano, un abbraccio. Ma a casa Ugi incroci soprattutto loro, i piccoli ricoverati. Quelli di cinque o sei anni che si muovono con le mascherine sulla bocca, la luminosità nei loro occhi e la dolcezza nei loro sguardi. Quelli che fanno i compiti con la loro maestra, che inforcano un triciclo, che stringono le bambole di pezza, che ti ascoltano leggere una storia e che nei loro disegni parlano di un sogno ignoto anche a loro stessi. Sono pochi i posti da me visitati dove la generosità non è solo un principio declamato ma una pratica operosa, costante, efficace. A casa Ugi credono davvero nei bambini, nel loro futuro, nella vita.
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