mercoledì 31 dicembre 2014
Quando scelse il treno per spostarsi da Seul a Daejeon, un paio d'ore di tragitto verso sud-est, il Papa non poteva certo immaginare che la poltrona su cui si sedette sarebbe diventata un piccolo caso nazionale. Ma così è stato. Il viaggio apostolico di Bergoglio in Corea del Sud, lo scorso agosto, ha portato molti frutti, uno dei quali (minimo, se si vuole, ma significativo per molte persone, come si vedrà) è una bella targhetta commemorativa su quello che è stato il suo posto a bordo di un treno ad alta velocità della società pubblica di trasporti. Una poltrona che da allora è stata ambitissima: valanghe di prenotazioni proprio di quello specifico posto, liste d'attesa...Il fenomeno – per certi versi inaspettato, in un Paese dove i cattolici sono 5 milioni su una popolazione di 50 milioni – non ha lasciato indifferenti i vertici aziendali. Forse per «ringraziare» il Papa che, in modo del tutto involontario, ha gratificato di «buona stampa» le ferrovie sudcoreane, la società ha deciso di devolvere in beneficenza una parte dei proventi di ogni prenotazione. È così che il vescovo di Daejeon, monsignor Lazzaro You Heung-sik (fu proprio lui a invitare Francesco in Corea) si è trovato tra le mani un piccolo gruzzolo di 11 mila euro, che secondo AsiaNews sarà destinato a sostenere le ragazze madri ospiti di una casa famiglia. E la cosa non finirà qui, perché il versamento non sarà una-tantum ma continuerà ogni anno. «È meraviglioso – ha detto il vescovo – che i semi lanciati da Papa Francesco nel suo viaggio in Corea continuino a produrre frutti». Se poi i semi sono stati lanciati da un treno ad alta velocità...
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