domenica 31 luglio 2011
«Imbecillitas» o malafede? Dilemma corrente. Il solito Augias ripete ogni tanto che «la Chiesa cristiana» è invenzione successiva al 135 dopo Cristo e tu – a parte Matteo 16,18 – la trovi nominata come tale da molti testi di san Paolo risalenti al massimo agli anni 40-50? La seconda che ho scritto. Ma c'è altro, quasi peggio. Ieri mattina a Radiotre rassegna culturale e grandi elogi del "Manifesto". Passi pure, poi prendi in mano il quotidiano e trovi Giacomo Todeschini, intera p. 10, con titolo clamoroso: «L'invenzione del papato». Una rivelazione clamorosa: in sostanza il papato, come primato del vescovo di Roma fu «inventato» nel 1059, quando «Niccolo II, al secolo Gerald de Bourgogne, vescovo di Firenze, convocò a Roma una riunione sinodale» che stabilì che «il vescovo di Roma» era «il Pontefice massimo di tutta la cristianità», come scritto nella «Bolla di Niccolo II "In nomine Domini"». Questa la rivelazione essenziale del "Manifesto"… Tutto il resto del lunghissimo pezzo gira attorno a tale notizia: il papato sarebbe una "invenzione" del 1059! Che dire? A parte l'assurdità di «Niccolò II, vescovo di Firenze» che convoca una riunione sinodale… a Roma (?) – ma è piccola cosa – ti viene in mente che nel 1054, cioè 5 anni prima del 1059 c'era stato lo scisma d'Oriente, la rottura tra Roma e Costantinopoli, gigantesco evento ecclesiale motivato proprio con il rifiuto orientale nei confronti del Papa come «Pontefice massimo di tutta la cristianità». E allora? Allora ripensi agli elogi della "cultura" del "Manifesto" e tornando al dilemma iniziale propendi per l'imbecillitas che – è l'etimo latino – indica qualcosa sine baculo (senza un bastone) che la tenga in piedi, e ridi. Ridi in libertà, ma ti dispiace per loro…
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