sabato 18 maggio 2013
La mostra fotografica di Salgado all'Ara Pacis è la terra vista nelle sue realtà, ma goduta come in un sogno che viene da lontano. È la ricerca delle origini dove in bianco e nero i cieli hanno vapori grigi e la terra è divisa da ghiacciai e da forme che possono sembrare opere di fantasia mentre rispecchiano una verità ricercata dall'autore in aree differenti e lontane, ma ancora presenti ai nostri giorni. Salgado, splendido fotografo di origine brasiliana, ha voluto comunicare il suo impetuoso desiderio di assistere alle origini del nostro mondo raccontandoci la vita primordiale attraverso foto eterne, l'irrompere delle tempeste di vento e il primo volo degli uccelli, il tuffarsi delle enormi balene in un mare oscuro, come se ci aiutassero a immaginare l'inizio sconvolgente del nostro pianeta. Ognuno può leggere queste foto sia come ricerca di un inizio sconosciuto del nostro vivere su questo globo terrestre, sia come una sorpresa e un incanto per la scoperta di una bellezza forte e prepotente, come quella segnata dal Creatore di Michelangelo sulla volta della Sistina. Questo pensavo mentre ero nella sala di aspetto di una casa per anziani dove la vita sembrava non avere più senso, né pace. Nel mettere vicino la vitalità che usciva dalle foto viste poche ore prima con questo abbandono di sé stessi mi chiedevo perché di tanta fatica, di tale sconvolgimenti, di così forti promesse se poi si doveva lasciare ogni cosa. E mi venne in soccorso la preghiera di una monaca del XVII secolo che pregava così: «Signore Tu sai che sto invecchiando e che ho sempre più bisogno di te. Ti prego rendimi disponibile ad aiutare gli altri senza sentirmi brava e buona. Sigilla le mie labbra sui miei dolori e mali fisici, essi sono in aumento e la tentazione di riversarli sugli altri è sempre più forte mano a mano che gli anni passano. Non oso chiedere una memoria che migliori, ma un po' più di umiltà e meno testardaggine quando la mia sembra cozzare contro quella degli altri. Insegnami a non perdere la gioia di guardare al mondo come una meravigliosa opera Tua. Dammi la capacità di vedere cose buone e talenti anche in persone non simpatiche e dammi, Signore, la capacità di dirglielo». E vorrei che la preghiera continuasse così: aiutami a vedere nelle ore del mio giorno anche quel poco di bello e di buono di cui ho bisogno e di sceglierlo e tenerlo con me anche quando le voci degli altri mi spingono a sentire e vedere solo la parte negativa della mia vita. Le idee di bellezza, di magnificenza e di grazia non solo per i grandi della terra, anche nella mia anima c'è spazio. Fa in modo che io senta e veda questa armonia e soprattutto sappia distribuirla a chi mi vive accanto. Aiutami, se puoi, a farmi avere sempre un sorriso per chi me lo chiede.
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