L'umile cappuccino così mite e tenace
sabato 12 ottobre 2013
Una "santità del fallimento", fatta di rimproveri e compiti mai eseguiti secondo le richieste dei superiori. La storia di san Serafino da Montegranaro dimostra che i nostri limiti non sono ostacolo alla possibilità di diventare specchio della vita di Dio tra gli uomini e quindi santi. Nato nel 1540 a Montegranaro in povertà, entrò in convento a 18 anni, dopo aver fatto il custode di bestiame. Accolto come religioso fratello nell'Ordine dei Frati Minori Cappuccini, fece il noviziato a Jesi. Girò poi numerosi conventi perché pareva inadeguato a ogni compito che gli veniva affidato. Ma la sua forza erano la tenacia, l'umiltà e la mitezza. "Ancorato" al Crocifisso e al Rosario, presto ad Ascoli Piceno fu guardato come un santo. Morì nel 1604.Altri santi. Edisto, martire (I sec.); beato Romano Sitko, sacerdote e martire (1880-1942). Letture. Gl 4,12-21; Sal 96; Lc 11,27-28. Ambrosiano. Dt 18,1-8; Sal 94; Eb 10,11-14; Lc 22,24-30a / Gv 20,19-23.
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