venerdì 14 aprile 2017
«Le piante, il verde e la natura in generale hanno il potere terapeutico di comunicare serenità alle persone, in particolare ai disabili, e di costituire un mezzo per trasmettere valori positivi e di relazioni fra le persone». Questa convinzione è alla base del laboratorio di orto-terapia del Centro socio-riabilitativo per disabili di Meldola, una cittadina di 10mila abitanti alle porte di Forlì, che da aprile a giugno apre le porte ai visitatori per far conoscere le attività del Centro e «soprattutto per mettere in relazione i nostri 26 "ragazzi" disabili con le persone esterne», come sottolinea Lorenzo Gualterotti, 40 anni, sposato e con tre figli, responsabile dell'iniziativa.
Nato nel 1981, il Centro è gestito da quattro sorelle laiche dei "Silenziosi Operai della Croce", un'associazione internazionale di fedeli, fondata dal beato don Luigi Novarese e riconosciuta dal Pontificio Consiglio per i Laici, aiutate da 15 operatori. Dal 2012 nel grande parco di due ettari della Casa Nostra Signora di Fatima si trovano i vivai e le serre dell'orto-terapia, dove lavorano down, autistici e disabili psichici. Racconta Gualterotti: «Il lavoro dei disabili con piante, fiori e prodotti dell'orto non solo li impegna in un'attività manuale, ma li conduce a entrare in relazione con la natura e con gli altri del gruppo. È un'ottima cura per gli autistici, portati a estraniarsi, oppure per i down che devono sviluppare l'abilità occhio-mano». Perché aprirsi ai visitatori? «Il martedì mattina andiamo al mercato in città, un'altra grande occasione di relazioni, perché molta gente chiede ai nostri "ragazzi" notizie sui prodotti (info: 0543/492395).
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