sabato 5 agosto 2023
L’isola di Robinson Crusoe non ha nulla di riconducibile alla mitologia esotica. Nulla di simile alle isole magiche di Stevenson nell’incantevole reportage racconto Nei mari del Sud, o alle Encantadas di Melville. È un’isola aspra, non esotica, ma archetipica: come la petrosa e arida Itaca, come la stessa Isola del tesoro di Stevenson: nasconde il tesoro, ma è brulla, e probabilmente malarica. E l’uomo partito per mare contro il volere del padre, dal mare è punito con la solitudine su un’isola: il fascino della storia è che Robinson dovrà a poco a poco rivivere in prima persona tutte le fasi dell’evoluzione umana. Il primo riparo è una grotta, a cui in seguito apporrà una tenda per ripararsi al sole e dalla pioggia, e un muro di cinta a scopi difensivi. La dimora iniziale è quella archetipica degli antichi abitanti del pianeta, che nelle grotte trovarono riparo e poi accesero fuochi, pregarono, istoriarono pareti. L’uomo che ha rotto i legami con la terra deve rivivere tutte le esperienze della comunità umana: prima la sopravvivenza, poi recuperando dalla nave tutto quanto possibile, poi dedicandosi a ingegneria, agricoltura, costruzione degli utensili. Un uomo solo, finito naufrago su un’isola lontana e sconosciuto, rivive tutte le tappe dell’esperienza umana. © riproduzione riservata
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: