L'ironia di Geppi “per un pugno di libri”
martedì 14 febbraio 2017
Parlare di libri in televisione, di questi tempi, è già tanto. Se poi, i libri, diventano oggetto di divertimento anziché di noia mortale scolastica, ancora meglio, molto meglio. «Un libro non ti lascia mai, neanche quando lo abbandoni sul comodino. Un libro è droga per l'anima... ed è legale. Un libro è una casa e la casa del libro è qui», annuncia con una certa enfasi Geppi Cucciari introducendo Per un pugno di libri, storica trasmissione di Rai 3 (il sabato alle 18), che da anni propone un confronto tra due scolaresche delle medie superiori su un classico della letteratura attraverso una serie di giochi che in questa edizione rispondono a “Le relazioni spericolate”, “L'identikit”, “Per chi suona la campanella”, “Fuori gli autori” e “La torre”. Garante del livello culturale e memoria storica del programma è Piero Dorfles. Lui ha l'espressione giusta. Appare imbarazzato quel tanto che basta per non essere confuso con un personaggio televisivo. In realtà è a suo agio nel ruolo del prof in video. Molto bravo nell'illustrare in una manciata di secondi un libro e il suo autore. Sia dei classici oggetto della puntata, sia di quelli di cui al pubblico consiglia la lettura. Tra questi ultimi, sabato scorso, è toccato a Lo spregio (Marsilio Editori), recente romanzo del nostro Alessandro Zaccuri, inviato di questo giornale. La Cucciari, come accennato, conduce e contribuisce a sciogliere con le sue battute e la sua ironia i ragazzi, se mai ne avessero bisogno. Certo le classi che si presentano appaiono piuttosto selezionate. Insomma, gli studenti sono bravini. Almeno nel modo di presentarsi. Nelle risposte ai quiz non sempre. Ogni tanto le buttano là. In ogni caso, in questa nuova stagione, ripartita il 28 gennaio dagli studi di Milano (non più da Napoli), si è già parlato di George Orwell e della sua Fattoria degli animali, di Italo Calvino e Se una notte d'inverno un viaggiatore, di Philip Dick e Scorrete lacrime, disse il poliziotto. Sei finora i licei coinvolti e le loro rispettive città: Perugia, Ferrara, Parma, Napoli, Piacenza e Pescia in provincia di Pistoia. Alla fine, Per un pugno di libri si identifica molto in uno degli autori già affrontati: quel Calvino che con il suo Se una notte d'inverno un viaggiatore esalta il concetto di lettura e al tempo stesso di scrittura per dire che tutta la vita può stare in un libro.
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