L'intersinodo ha una ricaduta: verrà guarito dalle Chiese locali
venerdì 12 dicembre 2014
Tra le frasi fatte che fotografano, un po' semplicisticamente, come funziona la comunicazione di massa, ce n'è una che recita: «In Rete, vince chi le spara più grosse». Anche in tv, sulla carta e alla radio, certamente… ma sul web di più: la velocità con cui scorriamo gli schermi dei nostri dispositivi digitali è tale che per farci fermare gli autori "forzano", come si dice, i titoli e le immagini.La comunicazione ecclesiale non fa eccezione. Quella che riguarda l'intersinodo in corso, ancora meno. Specie nel momento in cui, dopo alcuni giorni di defervescenza, la pubblicazione dei Lineamenta preparatori all'Assemblea ordinaria dell'ottobre 2015 ha riportato la temperatura piuttosto in alto. Fino a occupare un quinto dei link, da martedì in avanti: più del sempre attraente "Francesco feriale", più delle sempre presenti persecuzioni religiose. 4 li ha spesi la NBQ, tre Vatican Insider, 2 Korazym, 1 le altre fonti che ho consultato.E ho letto titoli così diversi, per raccontare le stesse cose, che mi è venuta la tentazione di premiarne alcuni. Per la sintesi, ex aequo: a «Tutto in 46 domande» e a «Il Sinodo va in piazza». Per l'allarme, a «Sinodalità recidiva». Per la combattività, a «Verso il secondo round». Per la lucidità, a «Conviene rispondere». Menzione Bergoglio, ancora ex aequo: a «Papa Francesco (…) contro le letture dei media» e a «Discussione forte e libera, il Papa garanzia per tutti».Si direbbe una ricaduta. L'intersinodo 2014-2015 somiglia moltissimo al presinodo 2013-2014 e al Sinodo 2014: in Rete (e sugli altri media, temo), ciò che si è detto e scritto sinora pare non essere servito a nulla, se non a radicarsi nelle proprie posizioni. Spererei anch'io, con Francesco, che nelle Chiese ci si parli davvero, in questi mesi, come le Chiese hanno già dimostrato di saper fare; e che di questo parlare almeno i media digitali, se non tutti, fossero a servizio.
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