lunedì 7 ottobre 2002
 
A volte, negli scritti di certi "laici" sulla fede e la religione, il tono irriverente e di scherno dimostra, più che la loro superiorità intellettuale, l"evidente debolezza delle loro argomentazioni. L"irriverenza " chiamiamola così " copre la povertà di argomenti mentre chi è sicuro di sé non ha bisogno di rimpicciolire gli altri per apparire più grande. Cosicché, per sapere se un "laico" è autentico, basta vedere se ha rispetto per i suoi antagonisti. Tutto ciò dovrebbe essere tanto più vero se questi è un logico e matematico come " è il nostro caso " il prof. Piergiorgio Odifreddi, che insegna Logica presso le università di Torino e Cornell, negli Usa, e che sarebbe «uno degli spiriti più brillanti e irriverenti della scena culturale attuale».Ecco qualche saggio dell"articolo che Odifreddi ha scritto per D - la Repubblica delle donne (sabato 28). Punto di partenza: «Nella maggior parte dei casi la fede è probabilmente il risultato di un programma educativo enunciato brutalmente [...] Un indottrinamento sistematico potrà ben continuare a farci credere a Gesù Bambino anche da grandi». Conseguenza: «Le religioni tradizionali ormai non sanno offrire altro che soluzioni di qualità inferiore».Ecco il perché: «Considerare testi storicamente datati quali la Bibbia e il Corano come se fossero divinamente ispirati porta, infatti, a scambiare i costumi alimentari, sessuali e sociali di antichi popoli per comandamenti universali e immutabili» (chissà che idea Odifreddi ha della Bibbia e della sua lettura). Seguono considerazioni di varia umanità non precisamente originali. Per esempio: «Il mito truculento della passione e morte di un dio sceso in terra» eccetera. «La superbia antropocentrica dei monoteismi», che fa loro «credere che l"uomo sia il figlio prediletto di un dio, cozza contro tutte le scoperte scientifiche», come «l"evoluzionismo darwiniano, che collega l"uomo alla scimmia» e «la biologia molecolare che riduce la vita all"informazione genetica». Queste «sono tutte tappe di un progressivo ridimensionamento dell"uomo», come, infatti, si vede in Odifreddi. Ed ecco la soluzione: «Di fronte a un cristianesimo teistico, dogmatico e irrazionale» (sarebbe la religione «delle vecchiette, dei giovani e dei semianalfabeti del Terzo mondo») «il Buddhismo si presenta invece [...] come una religione umanistica, democratica e scientifica».Andare oltre non serve. Anche perché la scelta tra i due alberi genealogici " uno che ha per tronco la scimmia e l"altro Dio " è obbligata: Odifreddi, che scrive su una rivista che dà spazio agli oroscopi, si è preso il primo. A noi resta, per fortuna, il secondo.
Albero bisAltro exploit di un "laico" doc. Gianni Vattimo spezza su La Stampa (mercoledì 2) una lancia per l"eutanasia. Prima motivazione: Dio, che avrebbe «il potere di decidere della nascita e della morte» è «difficilmente riconoscibile sotto il travestimento della malattia terminale, del virus irrimediabile ecc.». Seconda: «anche i virus sono vita, anche le cellule cancerose lo sono: dobbiamo loro rispetto assoluto?». Legittimo sospetto: che anche Vattimo sia sceso dall"albero della scimmia?
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