L’agricoltura può essere strumento di inclusione
domenica 17 marzo 2024
L’ agricoltura fa bene. E non solo per il buon cibo che produce e per il paesaggio che cura e protegge, ma anche per la possibilità che offre, a chi è meno fortunato, di farsi strada nella vita. È questo il senso forte di “Paspartu”, acronimo di “Picentini Agricoltura Sociale Possibile: Abilità, Recupero, Territorio, Uguaglianza”, un progetto che ha un obiettivo: porre l’agricoltura come strumento di inclusione di persone con disabilità psichica leggera. Inclusione nella vita e nella comunità, per acquisire quella dignità e uguaglianza che ogni essere umano deve avere. L’iniziativa si basa sui molti benefici che i disabili psichici leggeri possono trarre dal contatto con la natura del luogo che li ospita. “Paspartu” è stato presentato qualche giorno fa e prevede di coinvolgere 45 adulti in carico al dipartimento di Salute mentale dell’Asl Salerno. Il progetto, patrocinato dalla stessa Asl, è cofinanziato dal Gal Colline Salernitane e vede come capofila Coldiretti Salerno e, tra i partner, il Comune di Giffoni Sei Casali, la cooperativa Laboratorio Pensieri Scomposti, il Dipartimento di Farmacia dell’Università di Salerno e tre aziende agricole del territorio della zona dei Picentini, a sud di Salerno. Il percorso durerà un anno tra teoria e pratica e ha l’obiettivo di sviluppare competenze professionali valide per svolgere lavori agricoli che permettano il riconoscimento di un ruolo attivo e inclusivo nell’ambiente rurale. In dodici mesi, ai partecipanti verranno fatti conoscere i molti aspetti dell’agricoltura e della produzione agroalimentare: il significato dell’educazione al cibo e all’ambiente, il valore della loro tutela, alcune pratiche agricole, il contatto con le piante e gli animali. Nelle aziende agricole coinvolte gli “allievi” lavoreranno per quanto possibile per davvero. E magari scopriranno un futuro professionale. Le 45 persone entreranno nelle aziende agricole nei prossimi giorni e da lì inizierà il loro percorso, magari fatto a piccoli passi ma comunque una strada per rinascere. Perché, viene fatto notare, dopo aver raggiunto i risultati di diagnosi e di cura, quello che manca a queste persone è un futuro. A spiegarlo con chiarezza di parole è proprio uno degli organizzatori. «Ciò su cui abbiamo difficoltà – dice infatti Germano Fiore, direttore Salute mentale dell’Asl – sono le vie di uscita per i nostri pazienti. Quando si conclude il percorso della diagnosi, della cura e della riabilitazione abbiamo difficoltà nei percorsi di uscita per garantire una cittadinanza attiva dei nostri pazienti. Insegnare loro un mestiere, capire un lavoro, entrare in contatto con la natura. Acquisire delle competenze, delle skill si direbbe oggi, è fondamentale per poter poi inserirsi all’interno della società e divenire cittadini a tutto tondo». Agricoltura che fa davvero bene, dunque. Nel Salernitano come in altri luoghi. Sono un centinaio le aziende agricole impegnate nell’ambito della cooterapia sui disturbi psichiatrici (legati ad autismo, Alzheimer e altro ancora); sono sparse in tutta Italia, da Nord a Sud: da
Brescia a Viterbo a Cosenza. Il progetto di Salerno è sicuramente uno dei più significativi. Ad iniziare anche dal nome che, non a caso, ricorda quanto l’agricoltura possa essere la chiave per aprire molte porte, anche quelle che chiudono le persone nella malattia. © riproduzione riservata
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