L'«Orlando furioso» insegna: l'idolatria è nemica dell'amore
venerdì 10 ottobre 2014
È il maggiore poeta francese degli ultimi cinquant'anni, Yves Bonnefoy, poeta con ascendenze mistiche e barocche, il più ispirato erede di Paul Valéry; è lui, in veste di saggista, a farci esplorare i labirinti poetici nei quali si inseguono, in una contesa interminabile, verità e illusione, astrazione e realtà: l'eros idealizzante che vuole possedere l'altro e l'agape che sa amare nella coscienza compassionevole dei nostri limiti umani.Magnetizzato dalla prosa avvolgente con cui Bonnefoy ci guida nelle esperienza d'amore indagate da Ariosto e Shakespeare, il lettore può stentare a orientarsi: i saggi contenuti nel volumetto Orlando furioso guarito, appena uscito da Sellerio a cura di Fabio Scotto, mostrano di quale acume speculativo sia capace questo poeta. Eppure nell'onda del suo pensiero l'acume intellettuale non è mai semplificazione. Del resto quei due giganti della letteratura europea non semplificano, non sfrondano, fanno anzi il contrario. La loro passione per quel fantasmagorico intreccio di circostanze e di forme che è la vita, è una passione inesauribile, prensile e paziente.L'idea centrale formulata da Bonnefoy è paradossale: mette in scena proprio il conflitto fra idea e vicenda, concetto e racconto. Perfino nell'esperienza d'amore, comunemente ritenuta tra le più concrete e sensuali, i guai vengono dall'astrazione mentale. È l'idolatria idealizzante a fare torto all'amore imprigionando il suo oggetto: facendone un oggetto. Orlando impazzisce perché l'Angelica che insegue è un idolo. E quando arriva il disincanto, quando la realtà si rivela (Angelica, lei sì, ama davvero Medoro) Orlando precipita in una follia distruttiva.Shakespeare, che aveva letto in traduzione il poema ariostesco, afferra il problema e lo riprende in As you like it mostrando che il pericolo è nel trattamento lirico, cioè monologico dell'amore. L'antidoto è teatralizzare il rapporto d'amore, farne un evento «a due voci», dove una voce può contraddire e relativizzare l'altra. Dante e Petrarca sono lontani. L'amore-carità vince sull'amore idealizzato e teologico.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: