martedì 4 agosto 2020
Il triduo di preghiera della festa di Sant'Anna ad Ischia si è svolto quest'anno, è il caso di dire, in religioso silenzio, in osservanza delle norme di distanziamento prescritte in questa delicata fase successiva all'esplosione dell'epidemìa. Ma non è solo questo. Mentre nel capoluogo, Napoli, dominano il consueto affollamento e una certa confusione, nell'isola verde si respira un'aria nuova di legalità e tranquillità. I conducenti degli autobus comunali ischitani sono autorizzati a fermare la vettura e a non procedere più avanti se vi sia un solo passeggero, adulto o bambino, che non indossi la necessaria mascherina che protegge dalla propagazione del contagio. Comportamento che sarebbe addirittura impensabile sui pullman partenopéi, dove spesso finiscono per avere la meglio le prepotenze. Le spiagge ischitane, poi, sono regolarmente presidiate da pattuglie di polizia municipale, pronte a suonare il fischietto quando non viene rispettata la dovuta distanza fra un bagnante e l'altro. Ma va detto pure che, almeno finora, questi ultimi si sono sempre disposti spontaneamente in postazioni mai troppo ravvicinate. Se è vero, come affermava il monaco trappista americano Thomas Merton, che «nessun uomo è un'isola», sarebbe auspicabile che ben presto il paradiso ischitano, ordinato e ligio alle regole, sostituisse il caos napoletano.
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