Irina, ucraina, non parla italiano
domenica 26 marzo 2023

Irina è una ragazzina di 15 anni ucraina che non parla italiano, nè inglese. Gli operatori del servizio affidi Mowgli immaginano che abbi alle spalle una storia di grave trascuratezza. Irina infatti è poco autonoma, spesso silenziosa, molto timida, sicuramente affetta da un ritardo cognitivo che in questo momento è difficile valutare.

Il Servizio affido Mowgli sta cercando per lei una famiglia che la accolga, preferibilmente residente tra Milano, Monza o provincia. Se la famiglia conoscesse l’ucraino o il russo sarebbe davvero un aiuto prezioso per relazionarsi con lei.

Sempre Mogli segnala il caso di Roberta, 9 anni. Il papà, a seguito di una grave malattia degenerativa è deceduto. La mamma, che soffriva già per alcune fragilità personali, ha anche un lavoro che prevede turni pesanti e fa fatica a gestire la piccola Roberta.

La donna deve inoltre provvedere al padre anziano e solo che spesso richiede il suo aiuto. Roberta, nata prematura, è una bambina vivace, solare, che presenta alcune difficoltà comportamentali e di linguaggio in parte proprio riconducibili alla pesante situazione familiare. A scuola è affiancata da un’insegnante di sostegno e da un educatore.
Per lei sarebbe utile trovare una famiglia con figli, se possibile più grandi. Un nucleo in grado di rispondere non solo alle esigenze quotidiane, ma anche capace di accompagnarla nella rilettura della sua storia e nel mantenimento dei legami familiari con la mamma, molto disponibile al progetto di affido.
La ragazzina era stata inserita in un progetto di affido pomeridiano. Dopo un periodo di sperimentazione è diventato però evidente che sarebbe meglio garantirle un sostegno più costante e continuativo, passando da un affido part-time a uno a tempo pieno, dal lunedì al venerdì, per far rientro a casa nel weekend. La famiglia deve essere residente nella provincia Monza Brianza o nell’hinterland milanese
Per entrambi i minori: affidimowgli@offertasociale.it

Maria, giordana, smetterà di studiare?
Maria ha 5 anni, è una bambina giordana, vive nella periferia di Zarqa, una città a sud del Paese con i suoi genitori e la sorella più piccola. La situazione della famiglia è molto dura: il padre ha perso il lavoro dopo la pandemia e non è riuscito a trovare un nuovo impiego.

La mamma lavora come donna delle pulizie, il suo stipendio basta solo per pagare l’affitto, garantire da mangiare alla famiglia e comprare le medicine per la figlia minore che ha diversi problemi di salute.

Per Maria questo significa non poter frequentare la scuola: i soldi non bastano per pagare lo scuolabus, le penne, i quaderni e tutto ciò che è necessario a una scolara. La sua educazione è in pericolo e ha davvero bisogno di un aiuto.

Grazie al programma di sostegno a distanza, l’ong Avsi avrà modo di aiutare Maria a diventare grande, garantendo tutto ciò che le occorre per poter andare a scuola e un educatore che segua passo a passo la sua crescita.

In Giordania Avsi ha avviato il progetto sostegno a distanza nel 2001 che sostiene principalmente i bambini vulnerabili che frequentano le scuole del Patriarcato Latino a Zarqa, la seconda città giordana per dimensioni, e nella periferia di Anjara, una piccola città nel Governatorato di Ajloun. Attualmente Avsi si prende cura di 345 minori tra i 5 e 16 anni e grazie alle donazioni di famiglie, imprese, gruppi di amici, scuole, garantisce la copertura dei costi delle tasse scolastiche e di attività educative ed extrascolastiche, come doposcuola e attività sportive.
Info: Giulia Bossi, coordinatrice sostegno a distanza Avsi, tel.: 346.6355582; www.avsi.org



© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI