venerdì 3 agosto 2007
"Menin aéide theà"! "Cantami, o diva!" Ma sì: "l'ira" davvero funesta. Così "Repubblica" (1/8, p. 1) per Pannella e Di Pietro "esclusi dagli apparati". E lì sotto - "Quei corsari all'assalto del Pd" - Edmondo Berselli invoca il "buon senso". Malpelo condivide. Per Di Pietro basta quello della quantità, che in verità varrebbe anche per tutti gli altri salvo Veltroni, ma per Pannella decisivo è anche quello della qualità. Può infatti uno che da decenni e ancora oggi 24 ore su 24 - basta sintonizzarsi sulla sua privatissima Radio Radicale, giorno e notte - ha fatto e fa un'unica battaglia contro tutto ciò che sa di Chiesa e fede cattolica, e utilizza tutto e tutti in quella direzione antagonista, pensare seriamente di fare il leader di una formazione politico-culturale che punta al consenso della maggioranza degli italiani? Oggi l'Italia è un Paese in cui - lo ricordava di recente con cifre attuali "Il Sole 24Ore" (20/5, p. 10) - "La religione conta per il 75%" e "tra gli elettori del centrosinistra la religione è al top: 67%". Basterebbe il "buon senso", che certamente manca nell'autocandidatura di Pannella, e che mancherebbe - va aggiunto - anche in ogni altra, quella di Veltroni compreso - ma è troppo intelligente per non capirlo, ed ha presente la precisa lezione di Enrico Berlinguer - se non chiarisse bene che la sua linea non è, né vuol essere, antireligione e antichiesa cattolica, ma semplicemente "laica", nel senso vero e profondo, che rispetta la coscienza di tutti e in caso di conflitto, in Parlamento e fuori, lascia ad essa l'ultima decisiva parola: come nel 1974, nel 1981 e anche nel 2005. Puro buon senso'
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