La difesa della misericordia che porta fino al martirio
giovedì 14 novembre 2019
Misericordia o rigore assoluto? Il quesito fu al centro del dibattito interno alla Chiesa dei primi secoli: come comportarsi con coloro che, dopo essersi inginocchiati davanti agli dei pagani, anche a causa della persecuzione, chiedevano di essere riammessi alla comunione? Tra coloro che difesero la vera fede e il potere della Chiesa di perdonare i peccati ci fu anche sant'Ipazio, vescovo di Gangra, che morì martire per mano dei novaziani. Questi erano seguaci dell'antipapa Novaziano e rifiutavano la possibilità del perdono. Della biografia di Ipazio si sa poco: nato in Cilicia, fu vescovo di Gangra (oggi Cankiri, in Turchia) e partecipò al Concilio di Nicea del 325 e a quello di Gangra del 340. Il Martirologio romano racconta che egli fu ucciso per strada, lapidato dai novaziani. Il suo culto è attestato fin dall'antichità ed è giunto nell'Italia meridionale forse al seguito dei monaci basiliani.
Altri santi. San Giocondo di Bologna, vescovo (VI sec.); san Serapio, martire (1179-1240).
Letture. Sap 7,22-8,1; Sal 118; Lc 17,20-25.
Ambrosiano. Ap 21,1-8; Sal 47 (48); Mt 25,14-30.
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