martedì 1 aprile 2014
Prove di coraggio? Sul Giornale (29/3, p. 8: «Malumori per l'anatema contro i corrotti») Andrea Cuomo su alcune reazioni alle parole di Francesco, in San Pietro, davanti a molti nostri politici. Parrebbe che qualcuno, sentendosi in causa, abbia fatto quasi “outing”: in inglese si dice così un'ammissione personale. Lì spicca tra tutti il senatore Paolo Romani, definito «coraggioso» perché ha protestato come sentendosi «schiaffeggiato» di fronte a una «opinione pubblica piena di groupie dell'uomo in bianco». Testuale! Chiaro chi sia «l'uomo in bianco», ma «i groupie»? Sfoggio di inglese, sì, ma di dubbio gusto. Infatti (cfr. Il Grande Inglese 2008, Ed. Hoepli, p. 578) per «groupie» si intende o «colonnello d'aviazione» – del tutto fuori luogo – o…«ragazza che segue un gruppo pop nei tour di concerti concedendo le sue grazie». Per Il Giornale questo è «parlare chiaro». Andrebbe detto che una sciocchezza o un insulto, pur chiari ambedue, non sono coraggio, ma errore e cattivo gusto... altrimenti su certa stampa tra qualche tempo finiremo con il leggere anche l'elogio del «coraggio» di Totò Riina, se questi protestasse perché Francesco, addirittura accanto al «callejero» don Ciotti, ha... ri-condannato la mafia.
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