martedì 12 marzo 2013
Forse è destino: in pagina sul Conclave festival in dose raddoppiata di acrobazie. Così sabato sul "Manifesto" (p. 5) un illustre storico – in genere stimato anche da Malpelo – è parso dare per scontata l'infallibilità dei Conclavi: «Secondo la dottrina cattolica, le decisioni del conclave sono protette dal dogma dell'infallibilità». Una cosa senza senso dal punto di vista non solo dottrinale, ma anche storico. È la (nostra) stampa, bellezza! Più sul leggero ieri "Repubblica", lancio in prima e tutta p. 15 – «Il Papa americano» – offriva un raccontino autobiografico di Elmore Leonard, di professione scrittore e sceneggiatore, con le sue memorie d'infanzia e questo inizio: «Ero piccolo, nel 1939, quando morì Pio XI». Anche allora fu Conclave, e fu eletto Pio XII. Si diventa adulti, comunque, e l'Autore – sotto il grande logo lassù in alto: «Verso il Conclave» – racconta che sua mamma, Flora, litigava con suo padre solo quando questi diceva che avrebbe potuto e anche voluto diventare Papa, e nel caso avrebbe cambiato quasi tutto, nella Chiesa cattolica. Non è successo, comunque, e dopo una pagina di allegre amenità sempre sui vivaci dialoghi tra mamma Flora e suo marito leggi che oggi potrebbero anche contenere una nuova ipotesi. Eccola: e se ora Benedetto «ritrovasse il vigore»? Ovvio: sarebbe ancora e di nuovo Papa, e dunque tra poco «ci ritroveremmo due papi contemporaneamente, ed entrambi infallibili». Che dire? Beh! Nel raccontino su intera pagina di "Repubblica" leggi anche che mamma Flora, saggia, rispondeva così ai contorti e allegri ragionamenti del marito: una sola parola, «Zitto!» Con lui le è riuscito quasi sempre. Mai con il figlio: di qui lo sfogo, su "Repubblica".
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