sabato 12 marzo 2016
Hans Küng (“Repubblica”, 9/3, p. 47): «Aboliamo l'infallibilità…»! Oggi lo chiede a papa Francesco, ma ne è convinto da quando Paolo VI pubblicò l'Humanae Vitae (1968). Per lui è sbagliata e dimostra che il Papa “non” è infallibile. Per la verità subito (“Repubblica”, 10/3, p. 26: «Sulle due infallibilità papali») Alberto Melloni con rispetto dà qualche chiarimento necessario sul «Popolo di Dio» che ha da sempre il «senso della fede» – Francesco parla di «fiuto» – nella presenza dello Spirito Santo che impedisce non i peccati degli uomini di Chiesa, di cui la storia abbonda, ma l'errore del Popolo di Dio «nel credere». E sempre Küng 6 anni orsono aveva scritto sulla infallibilità da negare, e allora, ancora su “Repubblica” (22/12/2009, p. 48), gli avevo replicato ricordandogli che Paolo VI volle che nella presentazione della HV fosse detto chiaramente che essa non implicava l'ex cathedra, e quindi l'infallibilità. Del resto il Papa stesso in una Udienza del mercoledì, pochi giorni dopo la pubblicazione, parlando di chi aveva accolto il suo insegnamento e anche di chi lo aveva criticato – nei fatti furono ben 39 Conferenze episcopali diverse – aveva «benedetto» sia i primi sia i secondi. Ora Küng, stessi argomenti, ancora su quel tema. Gli si potrà osservare che convinti che la HV volesse impegnare l'infallibilità restano con lui, che se ne serve per negarla, i teologi più conservatori e ostili alle novità del Concilio, che la richiamano per affermare le loro chiusure all'accoglienza su sessualità e famiglia. Come sempre gli estremi si toccano. In tema papa Francesco, in una delle sue prime interviste, ha detto al padre Spadaro che «tutto dipende da come si interpreta la HV»! Servirà a Küng e a quelli che in materia di famiglia e sessualità negano ogni cammino: pietrificati su un eccesso.
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