venerdì 23 novembre 2012
Tram e cavalli. Ieri “Repubblica” (p. 26) ancora Augias risponde all'«apprezzato direttore» che dagli Usa gli scrive indignato avendo letto che «il vescovo di Cremona vorrebbe» don Primo Mazzolari «beato». E no! La Chiesa lo condannò a pene umilianti e ora lo mette sugli altari? Condivide, Augias, ma stavolta fa il buono spiegando che però, sì, Paolo VI e Giovanni XXIII apprezzarono don Primo, ma troppo tardi! Insomma, la solita Chiesa: opprime e condanna, ma poi da morto ti recupera… Che dire? Vero che don Primo fu a lungo anche incompreso, ma verissimo che sempre e da sempre fu prete di Gesù Cristo e della Chiesa, «obbedientissimo in Cristo… Anch'io voglio bene al Papa», come volle dire pubblicamente, e mai mise in questione quella «fede cattolica» che sulle pagine di “Repubblica” tutti i laicissimi santi giorni è giudicata superstizione falsa ed essenzialmente votata solo all'accumulo di denaro e potere, ostacolo alla libertà e al progresso… Papa Giovanni – un illuso e un illusionista, evidentemente – definì don Primo «la tromba dello Spirito Santo nella Bassa Padana», ma… Ma niente altro! Pur di dir male della Chiesa in solidum ci si attacca al tram in qualche scampolo. E i cavalli? Serviti a p. 18: Michela Marzano anch'essa indignata, «Chi paga l'incoerenza dell'Europa». Hanno nominato commissario per la Salute un diplomatico di fede cattolica, che nel suo personale giudizio morale si è detto contrario all'aborto. E allora è il dramma: «Quando si nomina un ultra cattolico» c'è evidente «conflitto di interessi»! Ecco: un cattolico che resta tale è sempre un «ultra» e, se fa comodo, una diversità di coscienza si chiama «conflitto di interessi». Come darsi all'ippica. “Repubblica”? Un tram a cavalli!
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