sabato 12 dicembre 2015
Un mondo senza pace, potrebbe essere il titolo di questo breve articolo. Quando tutto attorno parla di violenza, di bambini che trovano la morte tra le onde fredde del mare, quando il vento ti porta l'eco di un pianto lontano per una sofferenza senza limite, allora chiudi gli occhi e cerca la tua quiete. Questo mi regalò un giorno il silenzio di un bosco, la solitudine di una strada poco frequentata e il ritmo ripetuto del motore che mi portava lontano dalla città. Era egoismo fuggire dal dolore? Anche quando non ci colpisce direttamente, il dolore di questo mondo senza più armonia si respira nell'aria, si legge nel viso di chi si incontra, si sente negli spettacoli che vorrebbero farci divertire, dove neanche lo scherzo cancella l'angoscia. Di nuovo la prepotenza, l'odio costruito e inventato per portare la morte quando basterebbe non stancarsi di parlare per trovare un accordo, ma la pazienza è sparita dal nostro vocabolario, vorremmo subito godere dei beni della terra anche quando possono costare la vita di altri. È l'egoismo che inquina l'aria al punto da non poter respirare che a fatica, è la prepotenza di chi detiene il denaro e lascia crescere la disperazione quando le banche chiudono in fretta gli sportelli e non sai come affrontare la nuova povertà. Quella nuova povertà che non ha posto sui marciapiedi perché un perduto benessere non le dà il coraggio di chiedere e allora si nasconde con vergogna e timore. Il Natale della Misericordia può essere una nascita felice per un nuovo modo di guardare alla vita. Poveri o forse soltanto meno abbienti per ciò che riguarda la parte esteriore di noi stessi, ma ricchi di bontà, di indulgenza, di comprensione e di quella gioia che non ha bisogno di grandi pacchi natalizi, ma solo di due mani che offrono una piccola verità quale possono essere l'affetto, la riconoscenza, il perdono. Essere capaci di gioia avendo poco, saper ridere e cantare anche senza voce, scoprire il bello e il buono anche quando c'è poca luce. Guardare alla natura che è di tutti, con riconoscenza trovando nelle foglie di una pianta la passione del Creatore per la bellezza, per il colore, per il profumo, che l'acqua e il sole hanno regalato. Il nuovo Francesco che vola sul mondo ha mille mani per accarezzare, mille sorrisi, anche quando è stanco, per consolare, mille parole per dare coraggio. Nessun altro uomo sulla terra può avere il termometro della febbre che passa oggi nel mondo e per questo ogni domenica ci chiede dal suo balcone: «Per favore pregate per me». Nell'ascoltare queste parole sono rientrata a casa dove le foto dei miei cari contendono lo spazio ai libri dello studio e mi fanno compagnia.
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