mercoledì 12 maggio 2021
Fra le specialità italiane evergreen vige quella di "dare i numeri", ovvero la statistica prêt-à-porter su ogni cosa. L'ultima riguarda il mondo del volontariato, che sarebbe entrato in crisi a causa della pandemia e della paura di molti anziani, già protagonisti appunto di tante iniziative solidali, di contrarre il virus. Ora, sarà anche vero e pure nella logica dei fatti questa statistica, ma i numeri non rendono ragione di cosa significhino certe azioni eroiche, messe in atto per permettere che l'altro possa esistere. Insomma, prima del governo è lo spirito del volontariato che ha messo in atto il «Nessuno resti indietro». Andrea Guolo, giornalista del gusto e collega di rara sensibilità umana, ha voluto mettere nero su bianco con la moglie Tiziana Masi, attrice, un libro dal titolo «#Iosiamo» (San Paolo), la cui prima copia è stata inviata a Papa Francesco. Sono storie di volontari, «che hanno cambiato l'Italia» (è scritto proprio così nel sottotitolo) prima, durante e dopo la pandemia. Ma chi avrebbe cambiato l'Italia? Norina Ventre, 93 anni di Rosarno, per esempio, che ha iniziato a dar da mangiare ai suoi concittadini dopo estenuanti turni di raccolta di olive, arance o pomodori; negli anni Settanta girava con la sua mensa volante semplicemente per non farli sentire soli. Poi la popolazione dei raccoglitori è cambiata, anche nel colore della pelle, e per tutti lei è diventata "Mamma Africa": negli anni Novanta ha messo a disposizione la casa per fondare una mensa con lo spirito di una madre che si accolla il bisogno dei figli («I Care»). Ma – con la fede di chi vuol dare carne alle parole di Gesù: «Avevo fame e mi hai dato da mangiare» – ha preso sul serio soprattutto il ruolo di maestra, convinta che solo l'educazione potrà far superare i pregiudizi ed estirpare il razzismo. Intorno a lei, che ha scelto il cibo come chiave per esprimere vicinanza al prossimo, si sono aggregati a dare sostegno Coldiretti, Banco Alimentare, aziende come Callipo o anche privati. Andrea e Tiziana hanno voluto titolare con l'hashtag della condivisione il libro «#io siamo». E si capisce il perché anche con la storia di un ex clochard, Vito, anima del Refettorio Ambrosiano nel quartiere Greco di Milano, voluto nell'anno dell'Expo da don Giuliano Savina. Lì ha scoperto la «carezza di Gesù» attraverso il «cibo che sazia il cuore», titolo del secondo capitolo di questo libro scritto benissimo, che andrebbe diffuso in tutte le scuole per leggere ai nostri ragazzi un capitolo alla settimana. Chi accoglie l'appello?
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