sabato 21 maggio 2016
È morto Marco Pannella: ieri pagine e pagine. Se penso alla sua lotta contro la fame nel mondo e a quella contro la disumanità delle carceri credo che qualche titolo per sentirsi dire, magari a sorpresa “Lo hai fatto a me!” (Mt. 25) lo ha avuto davvero. Conosciuto e anche incontrato tante volte: a Radio Radicale: discussioni forti e accese, talora d'accordo, più spesso con tesi opposte. Ore e ore di discussione ancora in rete. Le ultime volte anche su Francesco e sul Concilio Vaticano II che è ancora “davanti a noi”: sempre sulla fede, mai su politica e dintorni, per voluta mia incompetenza. Una sola eccezione: fargli sempre presente che il 17 maggio 1981 il suo referendum sull'aborto totalmente liberalizzato era uscito sconfitto con l'88,42 dei voti. Per il resto, e solo per esempio, duro fargli comprendere, e forse senza esito, la differenza tra l'Immacolata Concezione di Maria e il concepimento verginale di Gesù… Pazienza! Ora – ed è un modo umano di dire qualcosa oltre il tempo – le idee saranno più chiare, però mai dubitato della sua buona fede. Esattamente l'opposto – e dispiace – per altri. Ieri sul “Venerdì” di “Repubblica” (p. 111): «La preghiera superflua: dopo Auschwitz non sopravvisse Dio») ancora una volta Corrado Augias non capisce, e forse non vuol capire, che ad Auschwitz, per chi crede, Dio in Cristo crocifisso era presente nelle vittime dell'Olocausto e rimane vivo e immortale per sempre in Cristo risorto con esse. Di più: la preghiera autentica, come la fede, non serve a niente come strumento di conoscenza terrena e potere mondano, ma non è mai superflua. Se bene intesa, e senza alcun contrasto con tutti gli strumenti del senso penultimo – scienza, tecnica, cultura, potere – dà senso ultimo a tutto, vita, speranza e amore anche oltre il morire, che non è l'ultima parola.
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