martedì 30 ottobre 2018
Ieri (“Stampa”, pp. 5 e 23): “Via le pensioni agli ebrei vittime delle leggi razziali... Offese le vittime delle persecuzioni fasciste”. Noemi Di Segni: «Non abbiamo neanche il coraggio di informarne i sopravvissuti». Pare, per fortuna, un malinteso, subito ufficialmente smentito, altrimenti la domanda vera sarebbe stata sul “coraggio” di chi, certo non una sola persona, aveva osato pensare un provvedimento del genere. E la risposta sarebbe stata tragica. Ricordo: ero molto piccolo e si parlava con paura e dolore di nazisti e camicie nere che controllavano i citofoni ai portoni. Insomma: sarebbe tornato oggi ciò che già allora pareva impossibile! Per fortuna, se davvero si era andati avanti, si è subito tornati indietro... Sempre ieri altro genere di impossibile. Sul “Corsera” (p. 27) annuncio entusiasta: «Caccia al vagito dell'Universo»! Paginata sulla base di notizia da Nobel con estrema promessa mirabolante: «Un'antenna nel cuore della Terra e tre satelliti Usa registreranno la prima onda dopo il Big Bang». Impari nomi importanti sulle «onde gravitazionali», che «quando si colgono spiegano la natura di fenomeni celesti altrimenti impossibili da capire» e leggi: «Finora abbiamo registrato sei onde, e la più interessante è l'ultima». Sarà così, ma in sostanza restano promesse, ipotesi, previsioni entusiaste di chi crede di rivelare i segreti più irraggiungibili... Carta! Ipotesi, promesse al condizionale, speranze lecite, e uno dei nomi generosi di promesse è già stato “ispiratore” del “film Interstellar”. Allora bene l'entusiasmo, bene l'ottimismo in tempi che non paiono carichi di promesse felici, ma quel “Big Bang” come si spiega? Chi lo ha prodotto? E da quanto tempo? Qualcuno (“Espresso” in edicola, p. 110) ha scritto che «Il tempo e Dio (sono) un unico mistero», aggiungendo che – incredibile! – in materia ci si interroga, ma «senza trovare una soluzione». E già...
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