Impariamo a riconoscere chi porta luce attorno a sé
giovedì 29 febbraio 2024
Prendi il cielo con le mani Vola in alto più degli aeroplani, non fermarti Sono pochi gli anni, forse sono solo giorni E stan finendo tutti in fretta e in fila Non ce n'è uno che ritorni. Lucio Dalla Emma aveva cinque anni. Emetteva una luce intensa coi suoi sorrisi e le sue parole sempre misurate e positive. “Certo, è una bambina, è una cosa normale” diceva qualcuno. Invece no. A ventotto anni Emma è diventata la responsabile di un importante settore medico, trovandosi a dirigere una ventina di persone. Qualcuno dice che il potere a volte modifichi la propria natura. Non è stato il suo caso: negli anni successivi Emma ha fatto squadra, si è presa le sue responsabilità e ha difeso il suo gruppo di lavoro. Schiaffi, gioie, litigate e festeggiamenti. Crescendo ha portato con sé la luminosità che l’ha sempre contraddistinta. Essere luminosi, a volte, significa anche essere visionari. Di certo vivere con positività e passione ciò che si fa. Albert Einstein sosteneva che l’oscurità, in realtà, non esiste: non è altro che l’assenza di luce, cosa che succede in diverse occasioni a molte delle persone che ci circondano. Alzi la mano chi non ha amici o familiari che, di fronte a una situazione complicata, sanno solo causare altra negatività, incapaci di apportare strategie, soluzioni e, ancor meno, sostegno. Non è certo una colpa. In questa dinamica, quasi magicamente, si arriva spesso alla persona che brilla di luce propria, quella che si mette a cercare soluzioni, con la forza di pensare positivo nonostante tutto. Cecilia la sento per messaggio ogni mattina, sta facendo la chemioterapia. Ogni santa mattina ci scriviamo ed è lei che conforta me, che mi abbaglia con i suoi raggi luminosi tipo Ufo Robot. Le persone luminose – e illuminate – ci stanno accanto ogni giorno, si tratta solo di riconoscerle. “Prendi il cielo con le mani”, cantava Dalla. Qualche giorno fa ero in una stazione ferroviaria ad aspettare un treno e ho assistito a una scena che mi ha regalato un attimo di buonumore. Vicino al binario, rivolto con le braccia verso il cielo, c’era Furio – molto conosciuto in zona – con le braccia tese verso l’altro. «Cosa stai facendo?» gli ha chiesto un passante curioso. «Non vedi? Tengo il cielo, pensa se cadesse in terra!». In quel momento è passata una ragazza starnutendo. Furio si è spaventato e ha tirato giù le braccia. Il cielo, naturalmente, è rimasto al suo posto. A volte l’intelligenza emotiva diventa uno strumento che permette di creare connessioni mentali mai immaginate. In effetti ci sono cose che rimangono serenamente al loro posto – ho pensato – mentre la vita di ognuno di noi scorre. Il cielo è sempre lo stesso. Quanti luoghi avete vissuto, visitato e assaporato nella vita trascorsa? Quanti di questi hanno attaccato un adesivo speciale nella vostra mente, che è la fotografia di momenti vissuti? Quando si torna in un luogo dopo tanto tempo le sensazioni possono essere molteplici. Il colore della fotografia mentale di quel posto, per noi, è chiara. Eppure il luogo è sempre lo stesso, come un quadro dipinto. Emma, Cecilia, Furio. Se brillate di luce propria, non permettete che gli altri la spengano. Non perdete nemmeno tutte le vostre energie per chi non lo merita. © riproduzione riservata
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