sabato 6 agosto 2011
Tra immagini e contenuti, incidenti singolari e lezione unica. Mercoledì sera (21.40) seguo Raitre via satellite dal Senato con la discussione sul discorso del presidente del Consiglio, e mentre sullo schermo appare un ministro in carica che parla e si sbraccia con evidente convinzione, leggo in basso, su fondo blu, la scritta che segnala il programma in onda: "Il brigadiere Pasquale Zagaria ama la mamma e la Polizia"! Viene da ridere, ma evidentemente è il programma che doveva andare in onda, e che ritarda… Sorrido e ripenso a quanto capitato lo stesso giorno nel leggere sul "Fatto" (p. 18) un'indignata Marina Boscaino che bacchetta «il tormentone dell'era Gelmini-Brunetta» a proposito degli esami di maturità appena conclusi, e che conciati così – è la sua sentenza, ndr – restano «il simbolo del disamore verso la scuola pubblica». Tesi opinabile, forse anche condivisibile nel merito, ma anche qui capita un incidente curioso per immagine imprevista. Infatti al centro dell'articolo, sei colonne e quasi mezza pagina, c'è l'inconfondibile foto di… don Lorenzo Milani. E già. Talora i nostri "laici" ideologici cercando esempi da proporre, cascano in casa davvero cattolica. Don Milani prete e maestro e la sua scuola privatissima e pubblicissima insieme, confessionale e laica insieme, obbligatoria per 365 giorni all'anno e liberissima… Serve pensarci su e capire che non è «il destino cinico e baro», come lamentava quel galantuomo di nome Giuseppe Saragat, ma che l'Italia di ieri, di oggi, di sempre, è davvero diversa e comunque lo resta. Chi non lo capisce, oggi come ieri, crede magari di essere davanti, ma è sempre indietro di parecchie battaglie, che perderà tutte, una dopo l'altra.
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