martedì 7 aprile 2015
Pasqua è gioia, e "pasquetta" sorriso. Così sul "Domenicale" del "Sole" (5/4) «Una risata vi beatificherà»: bella pagina di Ravasi sul sorriso degli uomini e di Dio nella storia richiama un libro, «L'ilarità promessa». Stesso giorno viene bene anche per la prima di "Libero": trovi una «Lettera aperta al Papa» e constati che l'Autore riconosce che Francesco ha parlato e parla con forza contro le «stragi di cristiani» e che ora scrive al Papa con l'indirizzo giusto: ha finalmente risolto i suoi dubbi. Il sorriso è spontaneo. Sempre in tema di sorrisi sul "Giornale" (4/4, p. 19) Serena Sartini ha sei colonne su quello che chiama «Dizionario di omelistica»: «La ricetta della predica perfetta. Dura 9 minuti e può far ridere». Qualche allegria! «Omelistica» è parola nuova, al posto di «omiletica», e tono un po' ironico suo malgrado con quei «consigli sacrosanti», tra cui un po' di «humour, ma mai fare show». Ci pensi e ti accorgi che alla Veglia Pasquale Francesco nell'omelia – circa 7 minuti – ha ricordato la necessità di «entrare nel mistero», e ti viene da consigliare ai colleghi la lettura delle omelie dei Padri antichi, e anche di qualche moderno. Ho tra la mani «Bailamme, ovverosia pensieri del sabato sera» di don Giuseppe De Luca (Morcelliana, 1963) ove (pp. 233-240) in tema trovo «Invito alla commozione (Per soli preti)». Di volo: "Preparate intanto la predica…Nessuno ha il diritto, mai, di porgere la parola di Dio in vestaglia; peggio ancora, non lavati, non sbarbati... La predica dovrebbe avere una gestazione lunga, di preghiera... di affetti... di conoscenze concrete, un liberare l'anima (...) Quando un prete predica, è come quando un innamorato scrive (...) È la nostra poesia, la nostra lettera d'amore, il nostro canto". Entri "nel mistero" ed è sempre Pasqua, tra gioia e sorriso.
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