domenica 27 novembre 2011
Giuseppe Mazzini era un massone virtuale, uno che oggi si definirebbe "laico", ma che cominciava così il suo "I doveri dell'uomo" (1860): «Dio v'ha dato la vita; Dio v'ha dunque dato la legge. Dio è l'unico legislatore della razza umana... Le leggi umane non sono valide e buone
se non in quanto vi si uniformano...». Era il tempo dei doveri. Oggi è quello dei diritti. Anche quelli cosiddetti "civili", che poi altro non sono che desideri e mode. Così è stato sconfitto il primato dei doveri. Il giurista Stefano Rodotà – che in un suo libro appena uscito ("Elogio del moralismo") si dichiara «un vecchio, incallito, mai pentito moralista» e per questo autorizzato a occuparsi di «etica civile» – elenca su MicroMega (n. 7) i diritti più recenti, alcuni dei quali Mazzini ripudierebbe: divorzio, aborto, fecondazione artificiale, eutanasia, «diritto all'esistenza», ma non alla vita. In base a questo elenco, Rodotà afferma che ormai siamo giunti all'«homo dignus» e cita l'art. 32 della Costituzione per il quale è vietato «violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana». C'è da domandarsi se li rispettino anche aborto, fecondazione artificiale ed eutanasia. Per quest'ultima Rodotà vuole sancire «l'esclusione dei trattamenti terapeutici dell'alimentazione ed idratazione»: forse che a pranzo siamo tutti in terapia? Infine vorrebbe: A) «la trascrizione del matrimonio tra persone dello stesso sesso»; B) «la disciplina dell'omogenitorialità» e «l'adozione da parte di persone singole» (il filius non è dignus?); C) in materia di transessualità il mutamento anagrafico senza necessità di intervento chirurgico (neanche il sexus è dignus?); il «diritto all'autodeterminazione», purché «venga esclusa l'obiezione di coscienza dei medici» ospedalieri e sia sancito, invece, l'obbligo del medico curante di «seguire le disposizioni della persona» malata; E) «evitare che il corpo della persona torni a essere un oggetto consegnato a poteri esterni» (implicito: però del concepito dovrebbe essere lecito fare scempio con il «potere esterno» delle pillole). Da un giurista e moralista ci si aspetterebbe una distinzione tra diritti e mode (i "diritti civili" poco fa elencati) e non un unico minestrone. Al giurista Rodotà il collega in "laicità" Mazzini, se fosse vivo, farebbe obbligo di leggere "I doveri dell'uomo", dov'è scritto: «Amate i figli che la provvidenza vi manda».

LAICITÀ SANA
Sul Riformista (mercoledì 22) Massimo Bordin lamenta che la "laicità" sia «sana solo se piace alla Chiesa». Non si capisce il motivo della lamentela, visto che la laicità (condizione fino ad allora ignorata) fu inventata dal fondatore della Chiesa, Gesù Cristo, quando invitò il popolo di Israele a dare a Cesare e a Dio ciò che è di loro rispettiva competenza.
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