venerdì 7 aprile 2006
Il vino è come un bacio. Sì, io ricordo i vecchi del mio paese, che prendevano il bicchiere di vino con quelle mani grosse e lo portavano alla bocca lentamente, col dito mignolo staccato. Poi quando lo assaggiavano, chiudevano un po" gli occhi, esattamente come quando si dà un bacio. Non avevano fatto la scuola dei sommelier quei vecchi, non c"era nel loro vocabolario la parola "degustazione", ma l"atteggiamento che avevano verso il bicchiere era di rispetto, come il frutto di un lavoro quotidiano, lungo e determinato, che aveva richiesto un rapporto totale con la vigna, ma anche con il cielo e con la terra. Gente che la vigna ce l"ha nel sangue e, come potare o come riassettare quel giardino di lavoro, lo ha imparato col respiro del tempo, senza consultare un testo. Ora, io ricordo che quei vecchi avevano dentro di sé anche il concetto di moderazione. Bevevano, fino alla fine dei loro giorni, persino l"acqua la dovevano sporcare col il vino, ma bevevano il giusto, come l"emina al giorno di San Benedetto, che credo sia ancora oggi la misura ideale compresa anche dai dietologi. Pochi medici tuttavia - ho notato - hanno affrontato con lucidità il tema del vino, quasi che, forse, sia meglio non parlarne. Così anche questa che Pasteur arrivò a definire la «più sana e igienica delle bevande» è soggetta al tutto e al contrario di tutto. E poi dove la mettiamo la socialità del vino, quel bicchiere condiviso che dice più delle parole; quell"insaziabile presenza sulle mense, che persino a Cana divenne un"urgenza, tanto da richiedere un miracolo nel miracolo. Il primo miracolo fu infatti trasformare l"acqua in vino, così da consentire al pranzo nuziale di continuare il suo corso ricco anche di quella comunicazione amorevole che era condividere pane e vino (la com-pagnia, dalla cui radice si ha pure la com-unione). Il secondo miracolo - lo sottolineano i Vangeli - era un vino "più" buono, tanto che qualcuno rimprovera il padrone di casa di dare il vino migliore quando solitamente tutti sono meno sobri. Ecco, questo secondo aspetto ha dell"incredibile: quel vino era anche più buono. È come se Dio non avesse smesso mai di metterci di fronte alla Bellezza.
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