mercoledì 16 ottobre 2013
Ieri ho domandato, qui: come può un vecchio di quasi 84 anni, gravato da molte fatiche, soccorrere l'angoscia del mondo? Provo ora a rispondere: è pacifico che il vecchio non deve dimettersi dalla politica; non deve desistere dal cercare le occasioni per un qualsiasi contributo, in parole o azioni, che possa venire da lui. Così come non vanno mai perdute da lui le occasioni del buon samaritano: quelle di aiutare il prossimo in carne e ossa. Ma basta? Certo che non basta. Ed è comprensibile il senso di impotenza, di frustrazione e di paura che al vecchio pesa sull'anima. Specie considerando quanto lui - per dono di natura e logorio incessante della vita - a questo punto rassomiglia a un personaggio di Albert Camus: quello del medico che combatte sino alla fine la peste sapendola invincibile. La questione allora è: come vincere, a 84 anni, la peste invincibile? La risposta più esauriente e capitale, che precede ogni altra, al solito tardiamo a trovarla. Ma ecco: si può vincere, in qualche modo a noi ignoto, solo con la preghiera. Rimettendo tutta l'angoscia del mondo e la nostra personale angoscia nelle mani di Dio. I rimedi non saranno quelli che si aspetta la nostra labile e opaca fantasia; ma verranno: comunque verranno. Pregare significa sapere che Dio non ci abbandona.
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