Il suo sangue, un seme per la Chiesa in Uganda
sabato 3 giugno 2017
Le vittime non hanno colore della pelle, non hanno cultura, non hanno nazionalità perché ogni volta che muore un'innocente muore un pezzo dell'intera umanità. Lo testimonia la vicenda del martire Carlo Lwanga e dei 12 compagni assieme ai quali venne bruciato vivo il 3 giugno 1886. In Uganda la persecuzione si scatenò contro i cristiani tra il 1885 e il 1887 per volontà del giovane re, Mwanga, che aveva studiato, senza successo, alla scuola dei missionari, i Padri Bianchi, ma che poi aveva visto nel cristianesimo un pericolo: il suo stile di vita personale, privo di ogni valore, non si conciliava con la fede. Carlo Lwanga, del clan Ngabi, era un domestico del re, cattolico e punto di riferimento per i nuovi cristiani ugandesi e per questo venne condannato a morte.
Altri santi. Santa Clotilde, regina (474-545); san Lifardo, sacerdote (VI sec.).
Letture. At 28,16-20.30-31; Sal 10; Gv 21,20-25.
Ambrosiano. 1Cor 2,9-15a; Sal 103; Gv 16,5-14 / Messa vigiliare di Pentecoste Gen 11,1-9; Es 19,3-8.16-19; Ez 37,1-14; Gl 3,1-5; 1Cor 2,9-15a; Gv 16,5-14.
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