domenica 5 gennaio 2020
Sondaggio, parolina o parolaccia? Per alcuni è parolina quando gli dà ragione, parolaccia quando gli dà torto. Parolina quando asseconda opinioni, idee e pregiudizi, parolaccia quando li contraddice. Di conseguenza, è sia parolina che parolaccia. È solo parolina quando gratifica tutti e non delude nessuno; solo parolaccia quando irrita tutti e non sorride a nessuno: ma sono casi davvero rarissimi. E se davvero qualcuno, attraverso un sondaggio appositamente commissionato, venisse a conoscenza di qualcosa che piace assolutamente a tutti, di sicuro non lo diffonderebbe ma terrebbe una simile arma letale per sé e le proprie strategie.
Un problema è scoprire se un sondaggio sia "buono" o "cattivo", ossia come sia stato realizzato. Raramente possiamo capirlo, anche perché i mass-media non aiutano. Le società demoscopiche più serie, quando incontrano i giornalisti, fanno loro alcune sagge raccomandazioni. Scrivete (sulla carta stampata e il web) e dite (alla tv e alla radio) sempre queste cose: chi ha compiuto il sondaggio, committente, numero di interviste e composizione del campione, domande esatte, come sono state poste (per telefono o con interviste viso a viso?), quando è stato realizzato il sondaggio.
Sono tutti elementi importanti e se anche uno viene omesso il sondaggio perde valore. Ad esempio, per un sondaggio sul sentimento europeista degli italiani è importante sapere se il committente è un partito sovranista o europeista, il Parlamento europeo, il Cnr, il governo russo o un'azienda che fabbrica bandiere europee. Il campione, poi, deve tener conto dell'equilibrio tra maschi e femmine, età, geografia, reddito e istruzione, in modo che sia davvero rappresentato il Paese intero. Se il campione è ben costruito, bastano mille interviste. Il periodo è decisivo: un sondaggio sul timore delle alluvioni darà esiti diversi se compiuto in un periodo di bel tempo o subito dopo un'inondazione. Anche le domande esatte poste agli intervistati sono importanti.
Chi fa sondaggi è il primo a sapere che il suo lavoro può essere manipolato e distorto per orientare, o meglio disorientare l'opinione pubblica. Per questo invita alla cautela e a fornire informazioni complete. Il problema è che nel tempo della velocità, della sintesi e della ricerca dell'effetto speciale, tutte queste informazioni possono essere considerate alla stregua di zavorra che annoia il pubblico. Quindi vengono omesse; così una ricerca accurata condotta con tutti i crismi della serietà, e un semplice giro di telefonate a casaccio, rischiano di essere consegnate al pubblico sullo stesso piatto. Come assai spesso accade, "la gente" si tufferà sul junk food, il "sondaggio spazzatura", ignorando il piatto salutare e raffinato, ma dai gusti sfumati e da interpretare.
La soluzione, ogni volta che di mezzo ci sono i mezzi, ossia i mass-media, è la capacità critica. Purtroppo sono proprio le ricerche più attendibili, che si servono in forma appropriata dello strumento del sondaggio, a dirci con mestizia che la capacità di comprendere un testo e sviluppare un pensiero che non sia rasoterra sta rapidamente scemando. Così il sondaggio, da prezioso e pacifico strumento di conoscenza tende a tramutarsi in strumento di manipolazione. E complici sono quei mass-media che ingurgitano tutto, purché ci sia un titolaccio acchiappa lettori e ascoltatori, da stupire, assecondare e non turbare. Siamo all'informazione-attrazione denunciata da Ryszard Kapuscinski. E da George Orwell: «Libertà significa poter dire alla gente anche quello che la gente non vuole sentirsi dire». Come osano fare i veri sondaggi coraggiosi.
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