martedì 29 settembre 2015
La “classifica del fatturato” che tanto piace a De Laurentiis non ha mai avuto senso, non sono i milioni a scendere in campo ma gli uomini giusti e le idee suggerite da competenza ed esperienza; prendiamo la classifica e guardiamo innanzitutto dove sono finiti Juventus e Milan; aggiungiamo alla lista dei dolori le incertezze della Roma più costosa di tutti i tempi e, pur valutando la batosta di San Siro un episodio, chiediamoci se l'Inter sarà in grado di insistere sulla Formula Melo (catenaccio) dopo aver visto all'opera - si fa per dire - i pagatissimi Kondogbia e Perisic e diciamo una volta per tutte che il fatturato è solo un alibi per i furbi, una sciocca deformazione della realtà calcistica; lo scrivono anche in Spagna, patria delle follìe pedatorie, dove Barcellona e Real sono strette nella morsa del Villareal e del Celta di Vigo. Nonostante le amarezze dei tifosi, in maggioranza sudditi delle Ricche & Potenti (metafora della vita, direbbe Jean Paul Sartre) il campionato è fascinoso non solo perché sorprende ma perché esprime bel gioco e promette di farne uno strumento per vincere: la novità è che l'ammucchiata di vertice (sette squadre in quattro punti) è di qualità e recupera pienamente un'antica virtù italica, la tattica. Ogni squadra ha un suo modulo “aperto” che consente agli allenatori di inventarsi le mosse giuste (o sbagliate) sul campo, non alla lavagna; la Fiorentina di Sousa non ha nulla da invidiare a quella piacevole di Montella, ma è molto più concreta; e il Napoli di Sarri, che non partecipa all'ammucchiata, sta mostrando il calcio più spettacolare e appassionante, viste le lezioni imposte a Lazio e Juventus (il Carpi e il Sassuolo fanno parte dell'audace avviamento voluto dal maestro “empolese”): gli uomini a disposizione sono praticamente gli stessi che aveva Benitez (in più c'è un Allan eccellente) ma Sarri ne ha identificato le qualità e il ruolo “salvando” un Hamsik in crisi oggi mezzala arrembante, restituendo forza e qualità al Jorginho regista, fiducia e fantasia all'ottimo Higuain e - capolavoro - la patente di calciatore all'ex madridista Albiol. Sento che non dovrebbero fare testo le vertiginose cadute dell'Inter e della Juve perché i viola e gli azzurri le avrebbero trovate in pessime condizioni tecniche: errore, l'esperienza insegna che gli avversari anche occasionalmente più scarsi mortificano la qualità del gioco, basta pensare a certe amichevoli estive che vedono squadre titolate soffrire davanti a formazioni paradilettantistiche. Mi piacerebbe - dunque non emetto sentenze - avere la conferma che questo resti fino in fondo il campionato dei tecnici: Sousa, Mancini, Ventura, Di Francesco, Maran e l'outsider Sarri mi sembrano, incidenti di percorso a parte, i manovratori più lucidi. Ma siamo solo agli inizi: auguri ai ritardatari.
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