Il Papa prega per le consacrate: c'è un segreto nell'ultimo video
venerdì 4 febbraio 2022
Circola da tre giorni "Il video del Papa" di febbraio, l'intenzione mensile di preghiera che Francesco affida, dal 2016, all'infosfera ecclesiale attraverso la "Rete mondiale di preghiera del Papa" ( bit.ly/3on4TVN ), e che spesso ho commentato qui. È – mi pare – la prima volta che attira un interesse mediatico paragonabile a quello che Francesco suscita quando si esprime attraverso le forme tradizionali del magistero (documenti, discorsi, omelie) o mediante quelle tradizionali della comunicazione giornalistica, come le interviste e le conferenze stampa durante i viaggi in aereo. Il motivo è che, prima di invitare noi a pregare «per le religiose e le consacrate, ringraziandole per la loro missione e il loro coraggio, affinché continuino a trovare nuove risposte di fronte alle sfide del nostro tempo», il Papa non manca di invitare loro «a lottare quando, in alcuni casi, vengono trattate ingiustamente, anche all'interno della Chiesa; quando il loro servizio, che è tanto grande, viene ridotto a servitù. E a volte da uomini di Chiesa». Non credo però che il segreto del video, che attraverso i vari canali e nelle diverse lingue sta ottenendo un numero di visualizzazioni maggiore della media delle precedenti videointenzioni di preghiera, stia solo in questa ferma autocritica sui rapporti tra i chierici e le consacrate. Mi pare piuttosto che tale segreto risieda nell'intero testo di Francesco, che in questo video, diversamente dai precedenti, è più lungo e decisamente in primo piano rispetto alle immagini. In esso emerge chiara la consapevolezza della centralità ecclesiale delle religiose e delle consacrate, con l'esortazione al lavoro con gli emarginati e la fiducia nella testimonianza che offrono «soprattutto» con la scelta della consacrazione, oltre che attraverso le opere apostoliche. «Non si può capire la Chiesa senza di loro», dice all'inizio, e alla fine, dopo l'intenzione di preghiera: «Grazie per quello che siete, per ciò che fate e per come lo fate».
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