giovedì 19 aprile 2018
Qui (15/4, p. 21: «La vita (breve) di Susanna è stata un unico Alleluja») leggo il cardinale Bassetti sulla vicenda di Susanna Rufi, giovane della comunità di san Policarpo morta al ritorno dagli entusiasmi della Gmg di Cracovia nel 2016 per una meningite. Quasi in contemporanea vecchi compagni mi ricordano quanto hanno pregato, tanti anni orsono, per la mia guarigione dalla meningite con l'intercessione del servo di Dio Bruno Marchesini, anche lui morto giovane per la stessa malattia. Susanna e Bruno tra noi: bella compagnia di “santi”, anche non proclamati! È la santità di tutti i giorni che papa Francesco ha di recente ricordato alla Chiesa e che domani – venerdì 20 aprile – ricorderà sulla tomba del vescovo Tonino Bello, profeta del Vangelo e del Concilio. La vera santità vuol dire incarnazione, discesa fino a noi di Dio da riconoscere nella Parola, nella Eucarestia e nel Prossimo, soprattutto i piccoli e i poveri. Così don Tonino. Così evidentemente papa Francesco ogni giorno, anche sconcertando tanti che vorrebbero che come Papa rimanesse più su, e allora certe parole e certi gesti darebbero meno fastidio. Questa predilezione per i poveri disturba i potenti... Rottura con il passato? Tutt'altro! Rileggo proprio in questi giorni le seguenti parole: «Questo incontro con voi è uno dei momenti... più cari e significativi del nostro ministero pontificio! Voi siete un segno, voi un'immagine, voi un mistero della presenza di Cristo... Voi pure siete un sacramento... E tutta la tradizione della Chiesa riconosce nei poveri il sacramento di Cristo... Voi siete Cristo per noi... Noi ci inchiniamo davanti a voi... siamo venuti per onorare Cristo in voi... Noi vi amiamo! Noi continueremo a denunciare le inique sperequazioni economiche tra ricchi e poveri». Parole di un Papa! Papa Francesco? No, Paolo VI – beato e presto santo – ai campesinos colombiani (23 agosto 1968). Un bel respiro: che sollievo!
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