mercoledì 25 gennaio 2006
Benedetto XVI parlando della sua enciclica ha detto che oggi "l'amore è una parola sciupata" ("Messaggero", 24/1, p. 11). Ma ieri le parole sciupate sono anche altre. Fior da fiore. Il Papa - stesso discorso - ha citato Dante Alighieri per cui Dio, Amore creatore, "muove" tutta la realtà. Come osa? Sempre sul "Messaggero" scatta l'accademico "dantista" Achille Tartaro: No, "il Papa compie una forzatura"! Con dimostrazione: "Dante" ha una visione problematica dell'uomo e dell'amore, una visione più laica. Per lui scienza e fede sono due realtà distinte. Per il Papa no. Ho l'impressione che Ratzinger interpreti Dante in chiave mistica e ascetica, attribuendo anche a lui l'idea che Dio sia amore"". Leggi, rileggi, e capisci due cose. La prima è che il "dantista" conosce solo per sentito dire, da qualche pregiudizio di giornale, l'opera del teologo Ratzinger. Dove mai questi avrebbe affermato, infatti, che "scienza e fede" non sono "due realtà distinte"? Tartaro non sa che il "fideismo" è condannato dalla dottrina cattolica. La seconda cosa è anche più pesante. Infatti l'idea che Dio sia Amore è ritenuta da sempre il centro della visione dantesca. Ma allora o nessuno dei "dantisti" ha finora capito Dante, salvo Tartaro, o lui è "dantista" in intenzione, ma ancora non ha capito Dante. Anni" sciupati! Nulla al confronto di Marco Pannella che di notte, a Radio Radicale, mentre non beve alcunché, strilla che "il principale problema di oggi è restituire la libertà ai credenti". Credenti senza libertà! Lui è in sciopero della sete, e chi lo ascolta non beve di sicuro. Parole sciupate.
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