domenica 13 giugno 2004
«Prendi, questo è il mio corpo"./ La madre taglia il pane della misericordia,/ è come se tagliasse una parte di sé./ In quel momento ha pietà di tutto il mondo. Avevo trovato questi versi nell'angolo di un grande manifesto dedicato a una mostra dell'artista Elena Bracciolini. L'indicazione era semplice: Madre di paese di Corrado Alvaro, lo scrittore nato in Calabria nel 1895 e morto a Roma nel 1956, divenuto famoso per la sua realistica eppur delicata rappresentazione della Gente in Aspromonte, romanzo del 1930. La Chiesa delle origini, come è noto, celebrava l'eucaristia nello spazio domestico, sulla mensa di tutti i giorni, con gli abiti quotidiani, incastonando in modo così evidente il divino nella storia, la presenza di Cristo tra le presenze degli uomini e delle donne. Alvaro nel gesto semplice e amoroso di una madre che taglia il pane per la sua famiglia vede una sorta di parabola dell'ultima cena. Là era stato Gesù a spezzare il pane e a distribuirlo ai suoi discepoli come segno efficace di amore. Non per nulla sul vino del calice aveva detto: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che viene versato per voi» (Luca 22, 20). Bella è l'espressione «pane della misericordia» usata dallo scrittore calabrese: esso è, infatti, un segno vivo e parlante della donazione che una madre fa di sé alla sua famiglia, «è come se tagliasse una parte di sé», e il suo gesto diventa un simbolo per il mondo intero. In questa giornata dedicata al Corpo del Signore, accostiamoci all'eucaristia come a un evento di amore, destinato a generare amore una volta rientrati nella quotidianità della vita. «Poiché c'è un solo pane noi, pur essendo molti, siamo un corpo solo» (1 Corinzi 10, 17).
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