martedì 20 dicembre 2022

A ripensarci adesso, si crede quasi di averlo sognato, ma ci sono le fotografie, ci sono quei due minuti di filmato nelle quali the Tank Man, l’Uomo del carro armato, entra di prepotenza nella Storia e subito ne esce. Una brava comparsa si giudica dalla capacità di trovarsi al momento giusto anche quando il posto sarebbe sbagliato. Il momento è il 4 giugno 1989, il posto è a Pechino, nel punto in cui uno dei grandi viali della capitale si immette in piazza Tienanmen.

Le proteste, la repressione, sono giorni che non si parla d’altro. L’Uomo del carro armato sembra passare di lì per caso, con le sue borse della spesa. Non appena avvista la colonna dell’esercito avanzare verso la piazza, si mette in mezzo, impedisce ai corazzati di proseguire, improvvisa un balletto per prevenire le mosse del carrista, agita le braccia nel tentativo di sbarazzarsi di quel gigantesco insetto d’acciaio. Si comporta in modo grandioso e ridicolo, un po’ Golia contro il gigante e un po’ Don Chisciotte contro i mulini. Mentre si arrampica sulla torretta del carro armato fa venire in mente l’abnegazione assurda di Charlot.

Un attimo dopo arrivano gli altri, ignoti pure loro, e lo trascinano via, fuori dalla scena. Ma lui, una comparsa, ha cercato di cambiare il corso degli eventi, e per questo non sarà dimenticato.

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