mercoledì 25 maggio 2016
La storia del piccolo Ashya King ha fatto qualche tempo fa il giro del mondo. Colpito a cinque anni da un tumore al cervello, per il bambino britannico non sembrava esserci possibilità di guarigione nell'ospedale di Southampton, dove veniva curato principalmente con la radioterapia. Un viaggio a Praga, poi, per sottoporsi a un'innovativa terapia oncologica con i protoni ha riacceso le speranze: la protonterapia si era rivelata molto più efficace. La terapia con i protoni è un trattamento avanzato per la cura dei tumori resistenti ai tradizionali raggi X o non operabili – perché vicini a organi vitali, come occhi, nervi e cervello – che localizza con maggior precisione il dosaggio delle radiazioni ionizzanti. Regolando cioè l'energia dei protoni durante il trattamento si possono risparmiare maggiormente i tessuti collocati prima e dopo la massa tumorale, concentrando il massimo dell'energia proprio dove serve. Detto in altri termini: mentre i raggi X rilasciano costantemente energia lungo tutto il loro percorso, i fasci di protoni liberano invece un massimo di energia in un punto specifico.La ricerca italiana, in questo campo, è all'avanguardia. Lo sono in particolare i Laboratori Nazionali del Sud (Lns) dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), che hanno da poco festeggiato i loro primi 40 anni. Era il 29 aprile del 1976 quando l'Infn, il Centro Siciliano di Fisica Nucleare e Struttura della Materia di Catania e l'Università degli Studi di Catania firmavano la convenzione per l'istituzione del Laboratorio Nucleare del Sud. I Laboratori siciliani, fortemente voluti da Antonino Zichichi, sono un centro di eccellenza della fisica tricolore impegnato oggi in alcuni progetti internazionali, tra cui l'osservatorio sottomarino per neutrini Km3net, e nazionali. Fra questi, appunto, il progetto Catania per il trattamento dei tumori dell'occhio con protonterapia, progetto che richiede la disponibilità di un ciclotrone per accelerare le particelle.Ai Lns lavorano circa duecento persone che svolgono attività di ricerca fondamentale nel campo della fisica degli acceleratori, sfruttando il ciclotrone superconduttore e il Tandem Van de Graaff, nella fisica nucleare, astroparticellare e multidisciplinare con le applicazioni per la medicina, i beni culturali, la biologia e l'ambiente. A maneggiare concettualmente particelle elementari la Sicilia, del resto, ha una certa dimestichezza, essendo la terra d'origine del grande fisico Ettore Majorana: il misterioso "ragazzo di Via Panisperna" si occupò, infatti, di fisica nucleare e meccanica quantistica relativistica con particolari applicazioni proprio nella teoria dei neutrini, quelli che oggi i Laboratori di Catania cercano nelle profondità del Mediterraneo.
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