domenica 8 marzo 2015
Alfabetizzazione finanziaria e nuova autonomia per il liceo economico. L'obiettivo è ridare dignità alla cultura dell'economia ancor più quando la crisi e le indagini internazionali hanno mostrato l'impreparazione di adulti e studenti a comprendere persino i concetti base quali "interesse", "diversificazione del rischio", "azioni" e "obbligazioni". La Buona scuola sta andando in questa direzione, bisognerà però fare in modo che tra i banchi s'insegni «un'economia aperta e dialettica» che parta dalle questioni finanziarie che i giovani incontrano nella quotidianità. È il nodo competenze la sfida che la riforma dell'istruzione dovrà affrontare secondo Aeee Italia (Associazione europea per l'educazione economica) e Sie (Società italiana degli economisti) che, in collaborazione con il Miur, si sono confrontati sull'argomento a Roma nella conferenza "Scuola e cultura economica". Non si può perdere l'occasione, dice il presidente di Aeee Italia Roberto Fini, «di rendere autonomo il liceo economico, per dargli forte caratterizzazione». E per definire quali argomenti insegnare, il punto di equilibrio va trovato in un mix d'educazione finanziaria ed economica legata alle altre discipline. Secondo l'Ocse Pisa, l'Italia è al penultimo posto – appena sopra la Colombia – per competenze finanziarie dei quindicenni. Eppure l'82% degli studenti sente proprio la mancanza di queste conoscenze, affrontate a scuola solo dal 15% dei ragazzi. Un dato che però cozza col numero di giovani che sceglie il nuovo liceo economico introdotto nel 2010 - appena il 2%.
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