Il divario aumenta anche a tavola
domenica 29 dicembre 2019
In crescita, nonostante le difficoltà dell'economia e le incertezze del futuro. Se si guarda ai numeri che certificano la crescita delle presenze in agriturismo e i consumi alimentari (ma non solo questi, naturalmente), l'Italia alla fine vince la sua partita e fa ben sperare per il 2020 entrante.
A mettere in fila alcuni dati significativi, ci ha pensato la Coldiretti che, per esempio, indica in oltre 260mila gli ospiti per Capodanno a tavola negli agriturismi nazionali, con un deciso aumento della fascia giovane della popolazione. Ma non basta, perché, sempre secondo la stessa organizzazione agricola, spinto dalle festività il fatturato degli alimentari e delle bevande avrebbe fatto già segnare un aumento del 3,8%. Un balzo in avanti frutto anche della domanda preveniente dall'estero. In ogni caso, l'agroalimentare con regali enogastronomici, pranzi e cenoni sarebbe sempre e comunque la voce più pesante del bilancio che le famiglie italiane destinano alle feste di fine anno, dal Natale al Capodanno. Solo per l'alimentazione, le stime parlano per quest'anno di una media pari a circa 140 euro a famiglia (calcolati sulla base dell'analisi della Coldiretti sui dati forniti da Deloitte). In questo modo, se a consuntivo le previsioni saranno confermate, la spesa degli italiani per i cibi delle feste di fine 2019 potrebbe essere superiore del 7% ai 131 euro a famiglia messi a bilancio in media nell'Unione Europea.
Tutto bene si potrebbe dire. In realtà non proprio, perché sempre la stessa organizzazione agricola precisa come siano in realtà almeno sei milioni gli italiani che non hanno fatto regali a Natale a causa principalmente delle difficoltà economiche che vedono nel Paese aumentare la forbice tra le fasce della popolazione benestanti e quelle a rischio povertà. Il dato arriva da una analisi svolta appositamente da Coldiretti-Ixe' e che indica in 2,7 milioni le persone che nel 2019 sono state addirittura costrette a chiedere aiuto per il cibo da mangiare (dati sugli aiuti alimentari distribuiti con i fondi Fead attraverso l'Agenzia per le erogazioni in agricoltura).
Più di otto italiani su dieci (83%) non si faranno poi mancare a tavola gli avanzi di cenoni e pranzi di Natale che vengono riutilizzati in cucina non solo per una crescente sensibilità etica e ambientale verso la riduzione degli sprechi, ma probabilmente per il peso di motivi economici.
Grandi cenoni e grandi ristrettezze, quindi, caratterizzano le cronache di questi giorni. Una situazione che si aggiunge alle delicate condizioni produttive e di mercato con le quali l'agricoltura deve comunque fare i conti.
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