Primi campi bagnati dal lago Montedoglio
di Andrea Zaghi
Ci sono voluti più di cinquant’anni, ma alla fine l’acqua del lago artificiale di Montedoglio, e cioè dell’invaso più importante dell’Italia Centrale, è arrivata a bagnare i primi campi della Valdichiana. Perché l’acqua di Montedoglio per decenni è rimasta quasi tutta tranquillamente dentro il lago: mancavano le conduttore per farla arrivare ai campi. Tanto che proprio il bacino di Montedoglio era stato indicato come “l’incompiuta per eccellenza”. La storia è stata raccontata da Avvenire il 9 luglio 2023, ed è una di quelle vicende fatte di progetti e cantieri pressoché eterni e opere realizzate alla fine solo in parte. Quello di Montedoglio è un progetto che risale agli anni Sessanta. Dieci anni dopo iniziano i lavori che arrivano per davvero alla realizzazione di una diga, e quindi di un lago artificiale, oltre che di una minima parte delle infrastrutture che servono per portare l’acqua al territorio circostante. Poi il pasticcio: i lavori si fermano. Che sia questione di soldi, di priorità oppure di volontà politica, non si sa bene. Fatto è che fino a metà del 2023 i 140 milioni di metri cubi di capacità idrica del lago rimangono pressoché inutilizzati: invece dei potenziali 60mila, ne fruiscono solo qualche migliaio di ettari. Poi la mobilitazione, complessa e faticosa, delle forze produttive locali, insieme al lavoro del Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno appoggiato dalla Anbi (l’Associazione dei consorzi irrigui e di bonifica). Tutto mentre il clima cambia e il secco avanza. A forza di insistere, qualcosa però si sblocca e il ministero dell’agricoltura fa arrivare quasi 7 milioni al Consorzio per porre la prima pietra della futura grande rete di tubazioni che tutti aspettano da decenni: 4,3 chilometri di rete, 2,9 km di condotta principale, 1,4 di diramazioni secondarie. Il resto è cronaca di questi giorni. Il 16 settembre scorso, alle ore 10 del mattino a Foiano della Chiana, si sono aperti i rubinetti che portano l’acqua dal lago di Montedoglio ai campi. Un festa per gli agricoltori della zona e per il Consorzio, che fin dalla sua nascita nel 2014, si è impegnato per attirare l’attenzione della politica sul “Sistema Occidentale di Montedoglio”, strumento cruciale per affrontare il gran secco e assicurare lo sviluppo, e spesso la sopravvivenza, delle produzioni agricole locali. Attenzione però: per completare il progetto, che porterà l’acqua a 2.300 ettari, servono altri 44,5 milioni di euro. E c’è da chiedersi quanti anni ci vorranno per vederli. © riproduzione riservata
© RIPRODUZIONE RISERVATA

