venerdì 24 ottobre 2014
Due bambini e altrettante mamme per scrivere una storia a lieto fine di buon cuore e solidarietà. Un ragazzino turco di otto anni era ricoverato da giorni nell'ospedale di Istanbul, sofferente per una grave patologia. A un certo punto s'è pure temuto il peggio. Poi dalla Calabria e dal nosocomio di Polistena, nel Reggino, una delle poche strutture di periferia non colpite dalle forbici del piano di rientro imposto dai conti malandati della sanità locale, è giunta la Notizia: era disponibile sangue di cordone ombelicale messo a disposizione da Annunziata, una venticinquenne di Rosarno neomamma d'uno splendido bambino: il suo primogenito. Il prezioso carico ha immediatamente preso il volo per il Bosforo, giungendo nell'ospedale della capitale turca dove è stato trapiantato sul piccolo in attesa.Il cui quadro clinico è rapidamente migliorato e ora sta bene: è tornato a sorridere e a giocare. Tra le corsie dell'avamposto sanitario di Polistena l'episodio non è scivolato via come uno tra i tanti. Alla signora Annunziata è stata consegnata una pergamena, occasione per discutere dell'importante ruolo svolto dalla Calabria Cord Blood Bank, dall'Associazione donatrici italiane sangue cordone ombelicale (Adisco) e dall'equipe specialistica che opera nel piccolo ospedale, che assieme al nosocomio di Reggio è tra i più impegnati nel settore. Anche grazie a loro dal 2010 sono aumentate in maniera esponenziale le unità di sangue cordonale raccolto in Calabria.
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